26 agosto 2025

ASSE. CO, il Consiglio Nazionale annuncia battaglia al no dell’INL

Il Consiglio Nazionale dei Commercialisti considera l’esclusione dall’asseverazione Asse.Co. una violazione della concorrenza e un danno per il sistema economico e per le imprese

Autore: Salvatore Cortese
Nonostante il no da parte dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro all’estensione ai commercialisti della facoltà di rilascio dell’Asse.Co. - l’Asseverazione di regolarità delle imprese in materia di contribuzione e retribuzione, attualmente riservata ai soli consulenti del lavoro - il Consiglio Nazionale dei Commercialisti intende proseguire la battaglia definita di “legalità.

Con una news pubblicata sul proprio sito istituzionale, infatti, il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, tramite la voce del presidente nazionale della categoria, Elbano de Nuccio, ha espresso l’intenzione di “proseguire sia sul piano istituzionale sia sul piano giudiziario per vedere riconosciuta la piena parificazione dei commercialisti nell’area lavoro”.

Il diniego dell’INL

La decisione dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, si ricorda, è contenuta nella nota n. 306/2025 dello scorso 20 agosto, che fa seguito alla sentenza n. 9974/2025 con cui il Tar Lazio aveva intimato allo stesso Ispettorato di esaminare entro 90 giorni la proposta di protocollo avanzata dal Consiglio Nazionale dei Commercialisti, che aveva fatto ricorso al giudice amministrativo contro il silenzio dell’INL sulla richiesta di estendere anche ai commercialisti il protocollo d’intesa già sottoscritto con i consulenti del lavoro.

L’Ispettorato, tuttavia, pur lasciando aperta la porta per un confronto con la categoria dei commercialisti, ha di fatto negato la possibilità di estendere a questi ultimi la facoltà di rilasciare l’Asseverazione di conformità (ASSE.CO.), così come già prevista in favore dei Consulenti del lavoro, “unici professionisti che sono specificatamente abilitati ad operare nell’ambito della materia lavoristica e previdenziale su tutto il territorio nazionale e senza particolari condizioni”, secondo quanto espresso nella nota.

De Nuccio: battaglia a difesa dell’equità e della libertà economica

Secondo il presidente de Nuccio, l’estensione dell’asseverazione deve “essere letta come uno strumento di tutela dell’interesse generale” a cui la nota dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro pone un freno.

La nota, infatti, “penalizza la concorrenza sul mercato e riduce la possibilità per le aziende di avvalersi di un servizio di garanzia, dato che più di 25.000 commercialisti si occupano di tematiche di lavoro”.

Per questo motivo, spiega il Presidente, “il Consiglio Nazionale proseguirà con determinazione questa battaglia sia in sede istituzionale sia in sede giudiziaria a tutela della trasparenza e della legalità nell’interesse delle imprese, che hanno diritto a un mercato aperto e competitivo, e di una professione che contribuisce in maniera decisiva al corretto funzionamento del sistema economico”. Non si tratta di una rivendicazione corporativa – conclude de Nuccio –, ma “della difesa di un principio fondamentale di equità e libertà economica, che non può essere limitato da riserve ingiustificate”.
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