12 aprile 2022

Commercialisti: pressione fiscale reale alle stelle

Autore: Redzione Fiscal Focus
Il Consiglio nazionale dei commercialisti e degli esperti contabili, audito in seduta congiunta dalle Commissioni Bilancio del Senato e Bilancio, Tesoro e Programmazione della Camera dei deputati, formulando le proprie osservazioni e valutazioni in merito al DEF 2022 ha espresso una forte preoccupazione per la tenuta dei bilanci familiari e dei bilanci delle imprese interessati oggi da una forte perdita di potere di acquisto e da una contrazione dei margini a causa della forte ripresa dell’inflazione.

Infatti, secondo i commercialisti nel 2020 le misure di sostegno economico e finanziario adottate per fronteggiare la crisi pandemica hanno permesso di contenere i fallimenti e le procedure di sovraindebitamento. Nel corso del 2021 si è lentamente ritornati ai valori pre-pandemici e oggi si rileva un incremento delle sofferenze che continuerà a crescere con il venir meno delle misure agevolative delle dilazioni di pagamento dei debiti tributari e contributivi. Pertanto, il consiglio si augura che “le misure di sostegno possano proseguire finché sarà necessario e che, in particolare, possano essere concesse ulteriori forme di rateizzazione dei debiti tributari e contributivi a regime più ampie”.

Il CNDCEC è anche preoccupato per l’alto livello raggiunto dalla pressione fiscale in Italia, e rileva che la pressione reale è di gran lunga più elevato di quello ufficialmente registrato dall’Istat a causa di un’elevata quota di economia sommersa e illegale.

Non essendo disponibili le stime Istat dell’economia sommersa per il 2020 e il 2021 non è possibile calcolare la pressione fiscale reale per il biennio pandemico, ma alla luce dell’incremento della pressione fiscale ufficiale il CNDCEC ritiene che la pressione fiscale reale si sia incrementata di pari passo, raggiungendo nel 2021 il 49% del Pil emerso e portando l’Italia al primo posto in Europa per carico fiscale reale.

Per quanto riguarda la riduzione della pressione fiscale prevista per il 2022 e per gli anni successivi, dovuta alla revisione dell’Irpef operata nella legge di bilancio 2022 e all’abolizione dell’Irap per le attività di impresa e lavoro autonomo svolte in forma individuale, il CNDCEC esprime parere positivo.

Tuttavia, l’incremento del gettito delle imposte indirette trainato dall’Iva si abbatte comunque sulle famiglie italiane contribuendo ad appesantire ancora di più il carico fiscale complessivo. Per tale motivo sarebbe opportuno tenere sotto controllo il gettito Iva ed eventualmente laddove le condizioni del quadro macroeconomico e di finanza pubblica lo permettessero, compatibilmente con la normativa europea in materia di Iva, adottare opportuni provvedimenti di sterilizzazione dell’aumento del gettito Iva.

Infine, in tema di riforma fiscale il CNDCEC ritiene che gli obiettivi prioritari devono necessariamente consistere nella razionalizzazione della normativa e nella semplificazione degli adempimenti, ed occorre avviare un’opera di sistematizzazione delle disposizioni sparse in molteplici fonti in “Testi unici” che portino alla predisposizione di un vero e proprio “Codice tributario”.
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