23 maggio 2025

Commercialisti, rischio di infiltrazioni criminali: il ruolo del modello 231

Pubblicato il quaderno “Rischio di infiltrazioni criminali e «self cleaning» preventivo: il ruolo del Modello 231” elaborato dalla Commissione “Compliance e MOG d.lgs. 231/2001 per aziende sottoposte a misure di prevenzione CAM”

Autore: Federico Aiello
Il consiglio Nazionale dei dottori commercialisti con l’informativa n. 81/2025 informa gli ordini della pubblicazione del documento “Rischio di infiltrazioni criminali e «self cleaning» preventivo: il ruolo del Modello 231” (allegato).
Il documento è stato elaborato dalla Commissione “Compliance e MOG d.lgs. 231/2001 per aziende sottoposte a misure di prevenzione CAM” nell’ambito dell’area di delega “Compliance e modelli organizzativi delle imprese”, cui sono delegati i due Consiglieri nazionali Fabrizio Escheri ed Eliana Quintili.

Il documento “Rischio di infiltrazioni criminali e «self cleaning» preventivo: il ruolo del Modello 231”

Nel contesto delineato dal Codice Antimafia e dalle più recenti evoluzioni giurisprudenziali in materia di misure di prevenzione, l’adozione di un Modello di organizzazione, gestione e controllo ai sensi del d.lgs. 231/2001 rappresenta un passaggio centrale per le imprese che intendano dimostrare la propria estraneità a condotte illecite e la propria capacità di prevenzione del rischio di infiltrazione mafiosa.

In particolare, il Modello 231 assume una valenza strategica in ottica di self cleaning, sia nei casi in cui l’impresa sia destinataria di un procedimento finalizzato all’applicazione di misure di prevenzione, sia nei casi in cui voglia attestare la propria affidabilità nei confronti delle autorità pubbliche o del mercato.

Il presente documento esamina criticamente entrambe le ipotesi operative: da un lato, la necessità di aggiornare o adeguare un Modello 231 già adottato, ma rivelatosi inefficace o meramente formale; dall’altro, il percorso di adozione ex novo di un assetto organizzativo conforme ai requisiti sostanziali previsti dalla normativa e riconosciuti dalla prassi giudiziaria.

In entrambi i casi, l’efficacia del Modello è valutata non solo in termini di conformità documentale, ma soprattutto in relazione alla concreta implementazione dei presidi di controllo, alla cultura aziendale della legalità, al grado di autonomia dell’Organismo di vigilanza e all’efficacia della sua attività.

L’analisi proposta intende fornire un supporto tecnico-giuridico alle imprese che, pur operando in contesti a rischio, intendano avvalersi di strumenti preventivi credibili e funzionali a rafforzare il proprio profilo reputazionale, tutelare la continuità aziendale e collaborare efficacemente con le istituzioni.

In tale ottica, l’adozione di un Modello 231 realmente efficace rappresenta oggi, più che mai, una leva fondamentale per le imprese che intendano evitare l’applicazione di misure di prevenzione e accreditarsi come soggetti affidabili nei confronti dell’autorità giudiziaria, del sistema economico nel suo complesso e di tutti gli stakeholders di riferimento.

Di conseguenza, il presente documento intende offrire un quadro operativo e interpretativo utile a guidare le imprese – sia in fase di prima adozione del Modello, sia nel percorso di adeguamento di modelli già esistenti, ma rivelatisi non efficaci – verso soluzioni strutturate, coerenti e aderenti ai principi di legalità sostanziale.

Al tempo stesso, il lavoro si propone come strumento di approfondimento per i professionisti – consulenti, componenti degli Organismi di Vigilanza – che sono chiamati a supportare le imprese in queste delicate attività. Una corretta impostazione metodologica, una solida base normativa e una lettura consapevole delle indicazioni provenienti dalla giurisprudenza sono elementi essenziali per garantire un'assistenza tecnica qualificata, capace di coniugare le esigenze di tutela dell’impresa con gli standard di compliance richiesti dall’ordinamento.

In conclusione, l’obiettivo finale del Documento è quello di offrire un quadro operativo e interpretativo utile ai professionisti che a vario titolo – consulenti, componenti degli Organismi di Vigilanza – sono chiamati a supportare le imprese nell’attività di implementazione di “sistemi 231” in ottica di self cleaning preventivo.
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