5 aprile 2013

Formazione o ammortizzatori? Scelta difficile

Fondoprofessioni: sì alle risorse per la Cassa in deroga, ma non a spese della formazione professionale.

Autore: Redazione Fiscal Focus
Ammortizzatori sociali e formazione professionale - In Italia ormai si taglia un po’ da tutte le parti e spesso a pagarne le spese sono le categorie che operano all’interno del contesto economico-produttivo. Ultimo capitolo di questi sacrifici richiesti a chi già ne compie quotidianamente riguarda il comparto della formazione professionale. A ben vedere, su questo versante gli enti formatori stanno con le orecchie tese, soprattutto alla luce di quanto emerso dall’incontro tra il ministro Fornero, le Regioni e le sigle sindacali dello scorso 20 marzo, dal quale è emersa la necessità di sbloccare le risorse per la Cassa in deroga nel 2013. Infatti, se gli accordi del 20 dovessero concretizzarsi, dal 1° giugno i Fondi interprofessionali correrebbero il rischio di vedersi sottratti ben 200 milioni di euro, che lo Stato potrebbe quindi utilizzare per sostenere la spesa economica degli ammortizzatori sociali in deroga.

Le risorse per gli ammortizzatori sociali
- Già a febbraio il governo aveva erogato 400 milioni di euro per fronteggiare l'esigenza inerente la delicata questione degli ammortizzatori sociali. Ora, con il vertice del 20 marzo, il Ministero del Lavoro ha promesso lo sblocco di altri 260 milioni di euro. In realtà, da più parti si è diffusa la consapevolezza che entrambi i rilasci di risorse economiche siano abbastanza esigui e comunque non sufficienti a coprire l’intera emergenza palesatasi. Tutt’al più con l’ultimo ammontare sbloccato dal welfare si potrebbe coprire solo il primo semestre dell’anno, quindi fino a luglio.

Il fondo interprofessionale
- Ora, cosa c’entrerebbero a questo punto i fondi interprofessionali? Ebbene, si consideri, come primo punto, che il dicastero guidato da Elsa Fornero ha a propria disposizione solo 800 milioni di euro per finanziare una Cassa in deroga che, per essere interamente coperta, avrebbe in realtà bisogno di almeno un miliardo e mezzo di euro. A tal proposito, ecco emergere il ruolo dei fondi interprofessionali, per i quali si fa spazio l’idea di un ‘prelievo forzoso’ volto a coprire la parte scoperta delle esigenze economiche per sostenere gli ammortizzatori sociali in questione. “Distrarre ulteriori fondi dal sistema della formazione continua per finanziare la Cig in deroga sarebbe l'ennesimo tentativo di utilizzare le nostre risorse come semplici bancomat – spiega il presidente di Fondoprofessioni, Massimo Magi - Si sta cercando di spingere la formazione al ruolo subalterno di strumento per il finanziamento degli ammortizzatori sociali, ponendo le basi per la realizzazione di dinamiche regressive piuttosto che progressive. Nel nostro Paese, la formazione continua non viene ancora considerata come una vera leva strategica per lo sviluppo del mercato del lavoro”. Al presidente fa eco il suo vice, Rosetta Raso, che pur riconoscendo la necessità di reperire le risorse per gli ammortizzatori sociali in deroga, è convinta che “non sia una soluzione attingere ai contributi destinati allo sviluppo delle competenze professionali. Tali risorse dovrebbero essere recuperate dalla fiscalità generale e non dai fondi interprofessionali. Una decisione del genere rischia di depotenziare le politiche attive del lavoro, già modeste nel nostro Paese, in favore di politiche passive”.

Il Fondo affianco ai lavoratori -
Ciò detto, il Fondo interprofessionale presieduto da Magi ha altresì sottolineato che, venendo meno le risorse economiche, l’organismo formativo sarà contestualmente costretto a ridurre i percorsi elaborati e finora erogati tra i quali vi sono anche delle attività rivolte ai lavoratori in cassa integrazione e mobilità. Il che significa che sarebbe un modo improduttivo di incrementare gli ammortizzatori sociali, poiché coprendo una simile spesa, di fatto si privano quegli stessi soggetti di altre possibilità. La grave congiuntura economico-finanziaria ha spinto i diversi enti formativi a promuovere percorsi anche per lavoratori che vivono simili svantaggi, ciò è confermato dal XIII Rapporto sulla formazione continua dell'Isfol. In quest’ultimo documento si legge infatti che vi è la tendenza trasversale tra i Fondi di inserire nella propria offerta formativa anche per le “diverse tipologie di lavoratori toccati dalla crisi, inclusi quelli in mobilità, o che sono in una situazione contrattuale più debole, quindi a rischio come quelli con contratti di inserimento e reinserimento, i collaboratori a progetto e gli apprendisti”. Abbracciando questa modalità operativa, lo stesso Fondoprofessioni nel corso del 2012 ha stanziato 300 mila euro per finanziare attività formative destinate ai lavoratori di studi professionali e aziende coperti da ammortizzatori sociali di natura pubblica o contrattuale, sottolineando altresì la volontà di sostenere e promuovere quelle professionalità che hanno sofferto in misura maggiore l’impatto con la crisi. “In una fase di grande criticità occupazionale - ha sottolineato Magi - abbiamo voluto dare un segnale a sostegno dei lavoratori, per consentire, attraverso la formazione continua, un processo di valorizzazione delle competenze, che favorisca il rilancio delle figure professionali maggiormente colpite dalla crisi”.
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