26 settembre 2018

Gli ordini protagonisti della seconda giornata del forum dei commercialisti a Milano

Autore: Ester Annetta
Il Forum Nazionale dei Commercialisti ed Esperti Contabili in corso a Milano dal 24 al 26 settembre, nella sua seconda giornata ha dato spazio, anzitutto, al confronto tra i Presidenti degli Ordini territoriali ed in Consiglio Nazionale – in persona del suo Presidente Massimo Miani, del Tesoriere Roberto Cunsolo e del Segretario Achille Coppola – sul tema, molto sentito, del futuro della professione alla luce dei cambiamenti innescati dallo sviluppo delle nuove tecnologie e dalla digitalizzazione degli strumenti professionali.

Un argomento che non lascia immune neppure l’ambito della previdenza, come si è voluto successivamente sottolineare, in prosieguo di giornata, con i rappresentanti delle Casse previdenziali delle categorie maggiormente interessate - Luigi Pagliuca, Presidente CNPR, Walter Anedda, Presidente CNPADC, Nunzio Luciano, Presidente Cassa forense, nonché Marco Cuchel, Presidente Anc e Gaetano Stella, Presidente Confprofessioni – che hanno affrontato il tema della “Previdenza dei professionisti tra conflitto generazionale e pensioni sempre più ridotte.”

E, difatti, il processo di continua trasformazione avviato con la nascita e lo sviluppo della rete, oltre che ad avere ripercussioni sulle modalità concrete di esercizio delle professioni, coinvolge, inevitabilmente, tutte le istituzioni ad esse collegate e comporta la necessità di adeguamenti in cui la tempistica e la capacità di adattamento giocano un ruolo fondamentale.

Gli incontri svoltisi nella giornata odierna hanno, pertanto, ripreso e sviluppato gran parte degli argomenti che erano già stati esposti nel corso della prima giornata.

Rispondendo alle istanze degli ordini locali, il Presidente Miani, in apertura del confronto con i presidenti degli Ordini territoriali, ha, innanzitutto, esordito evidenziando l’importanza dell’unità della professione, troppo spesso mancante a causa di peccati di “protagonismo individuale”. Si è quindi nuovamente soffermato sull’utilità delle specializzazioni, vera anima motrice dell’evoluzione della professione, soprattutto in considerazione della riduzione dei margini derivanti dalle attività base di assistenza contabile e fiscale oggi svolte dai commercialisti. Da qui, la necessità che, in futuro, l’albo nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili preveda una divisione in apposite sezioni, distinte proprio per specializzazioni.

Miani ha pertanto delineato quattro temi centrali su cui va incentrata l’attenzione per il sostegno alla professione. Oltre allo sviluppo delle competenze ed alla valorizzazione delle specializzazione, bisogna considerare – secondo il Presidente nazionale: lo sviluppo della professione nell’era digitale; l’organizzazione dello studio professionale e la conseguente lotta all’abusivismo professionale; la garanzia dell’equo compenso professionale o la reintroduzione delle tariffe professionali.

Questioni che dovranno essere affrontate dai commercialisti da qui ai prossimi anni e che, evidentemente, non prefigurano risultati immediati ma apprezzabili nei prossimi 5-10 anni.

Miani è, poi, nuovamente tornato sul tema della fattura elettronica su cui già ieri si era intrattenuto nel ribadire quanto già aveva dichiarato lo scorso 18 settembre durante il convegno tenutosi presso sede del CNDCEC, “La fatturazione elettronica nelle operazioni tra privati”: ferma restando la convinzione che, sul lungo periodo, essa avrà effetti positivi, sia sul fronte della lotta all’evasione che sull’organizzazioni delle imprese, sono necessari tempi maggiori per il suo avvio. Da qui, l’opportunità di un richiesta di introduzione scaglionata della fatturazione elettronica, per fare in modo che nasca, a riguardo, una cultura adeguata e diversa da quella che sta emergendo (che pare basarsi sulla necessità di creare gettito) e, di conseguenza, si appronti un’assistenza adeguata agli studi professionali verso questo passaggio epocale.

Oggi, dunque, il Presidente ha dichiarato ancora una volta come i commercialisti siano consapevoli del fatto che le PMI non siano ancora pronte alla fatturazione elettronica e come la sua introduzione sia stata eccessivamente accelerata dalle necessità di gettito, con ben 2 miliardi di euro (circa) iscritti nel bilancio dello Stato sotto la voce “recupero di risorse da lotta all’evasione fiscale”. Il criterio suggerito dello “scaglionamento” dovrebbe, pertanto, interessare, prioritariamente, le imprese di grandi dimensioni (con ciò facendosi riferimento al numero dei dipendenti impiegati), individuando correttamente i tetti oltre i quali rendere obbligatorio l’utilizzo della fattura elettronica. Fondamentale, inoltre, disapplicare le sanzioni per il primo periodo (il primo anno almeno), finché il nuovo sistema non sia andato a regime, evitando così di mettere in tensione le imprese.

A margine del confronto, rispondendo alla domande dei giornalisti presenti, Miani ha poi ulteriormente ribadito le posizioni dei commercialisti rispetto alla discussa riforma fiscale ed alla flat tax, intesa come estensione dell’attuale regime forfettario. Questa modalità – ha sottolineato il Presidente - è molto lontana da quella promessa prima delle elezioni politiche dello scorso 4 marzo; in secondo luogo, con particolare riferimento al mondo dei professionisti, non consente di contrastare il fenomeno dell’eccessivo individualismo che caratterizza oggi la professione di commercialista, anzi, lo favorisce; infine, l’estensione del regime forfettario finirà per creare ulteriori distorsioni legate ai minori investimenti in beni strumentali (l’attuale limite annuo per i forfettari è di 20.000 euro) ed in personale (l’attuale limite annuo per i forfettari è di 5.000 euro). Su tali aspetti, già al termine della prima giornata di lavori Miani era intervenuto, com’era stato segnalato specificamente con un apposito comunicato diffuso in serata (cfr. Fiscal Focus del 25 settembre “CNDCEC: l’ampliamento della flat tax penalizza chi investe”), in cui si riportavano le sue dichiarazioni sul carattere “altamente distorsivo” della flat tax “perché crea il paradosso di premiare, anche a parità di fatturato, le partite IVA che non si aggregano, che non investono e che non assumono, penalizzando invece quelle che fanno anche una soltanto di queste tre cose importantissime affinché le attività crescano e con esse l’economia.”

La tavola rotonda di confronto tra Ordini locali e CNDCEC è stata aperta da Marcella Caradonna, Presidente dell’ODCEC di Milano, che ha evidenziato l’importanza di “non avere paura del futuro” ed il valore del commercialista come “professionista completo”, in grado di assistere l’impresa in tutte le fasi di vita: dall’avvio alla gestione, passando dalle fasi più complesse delle crisi da superare.

Ha, tuttavia, voluto evidenziare l’importanza di investire in giovani e in formazione. Riguardo al primo aspetto ha sottolineato come il suo Ordine abbia avviato un dialogo con le Università finalizzato appunto a supportare le scelte dei giovani, grazie all’inserimento di professionisti nei corsi. Ha invece espresso preoccupazione per la scarsa attenzione che, viceversa, pare dedicare il Consiglio Nazionale ai giovani colleghi. Mentre tutte le aree di delega funzionano bene e promuovono programmi e progetti, quella dedicata all’ambito degli incentivi ai giovani è ferma: non ci sono iniziative, protocolli, progetti quando invece sarebbe fondamentale stimolarli ad avvicinarsi a questa professione.

In proposito è stato lo stesso Presidente Miani a replicare, contestando che il CNDCEC non si stia muovendo in tale direzione, ed anzi evidenziando come la questione dei giovani professionisti sia al centro dell’attenzione del Consiglio. Anche in questo senso, infatti, gioca l’impegno nell’introduzione delle specializzazioni e nelle sezioni speciali dell’albo.

Nel corso degli altri interventi di Presidenti di Ordini, Andrea Nasini (Presidente dell’Ordine Perugia) si è soffermato sull’importanza, per i commercialisti, di investire in comunicazione, tanto al fine di informare correttamente l’utenza che di far comprendere l’importanza del loro ruolo: un compito che, tuttavia, non può essere demandato esclusivamente agli ordini locali ma che va supportato con un valido intervento del CNDCEC.

Il presidente dell’Ordine di Tempio Pausania, Gabriela Savigni, ha sottolineato la necessità che il ruolo del commercialista non sia stravolto dal cambiamento in atto, disponendo egli di competenze tecniche ed informatiche tali da consentirgli di adattarvisi e di renderlo dunque un vero protagonista del futuro della professione.

Per Leonardo Focardi, Presidente dell’Ordine di Firenze, è importante il confronto tra professionisti, che deve spaziare a 360 gradi e riguardare tutti i principali temi; per Salvatore Giordano, Presidente dell’Ordine di Salerno, è parimenti importante che sia mantenuto l’ottimismo circa le nuove attività che l’evoluzione della professione porterà a svolgere ed è, tuttavia, necessario che in ogni scelta che riguardi il futuro della stessa sia condiviso con la base. E pure Corrado Baldini, Presidente dell’Ordine di Reggio Emilia, si è detto convinto che la capacità di adattamento del commercialista sia un fattore determinante, ma nel senso che debba essere il professionista ad offrire al mercato quello che il mercato chiede e non il contrario. Baldini ha pure evidenziato che i commercialisti è vero che debbano svolgere attività di base, ma, essendo anche i più competenti in materia di bilanci e contabilità, dovranno pure continuare a ricoprire ruoli importanti negli enti pubblici locali e nelle aziende.

Sul tema della fatturazione elettronica è tornato David Moro, Presidente dell’Ordine di Treviso, sottolineando come una questione importante sia quella del rapporto con le software house ed evidenziando, in proposito, l’utilità di avviare un protocollo di intesa fra i vari ordini locali e le associazioni rappresentative delle imprese.

Sul tema dei giovani professionisti è invece tornato Giuseppe Testa, Presidente dell’Ordine di Savona, ribadendo come sia necessaria una maggiore incisività da parte del Consiglio Nazionale nel porre le basi per un ulteriore sviluppo della professione che metta in condizione i giovani di entrare sul mercato del lavoro.

Infine Fabrizio Cappuccili, Presidente dell’Ordine di Campobasso, ha rimarcalo la necessità di un impegno più focalizzato sulle specializzazioni come strumento per superare la crisi della professione. Ha pure sostenuto l’opportunità – nella stessa direzione - di una modifica del D.Lgs. 139/2005 che favorisca anche l’accorpamento fra gli ordini.
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