25 luglio 2025

Malattia e infortunio del professionista: il diritto alla sospensione dei termini deve essere rispettato

Una norma conquistata con anni di impegno tutela i professionisti colpiti da eventi gravi. L’ANC è intervenuto per garantirne l’applicazione concreta ottenendo il riesame di un caso emblematico.

Autore: Serena Pastore
Essere colpiti da una malattia grave non dovrebbe mai significare dover affrontare anche il peso di scadenze fiscali inderogabili. È quanto accaduto a una professionista, ricoverata in terapia intensiva, alla quale era stata inizialmente negata la sospensione degli adempimenti tributari, nonostante la legge lo preveda chiaramente.

Un diniego che contrasta apertamente con quanto previsto dalla legge di bilancio 2022 n. 234/2021, articolo 1, commi 927-944, che riconosce ai liberi professionisti il diritto alla sospensione dei termini in caso di malattia o infortunio grave e documentato.

In particolare, in caso di ricovero del libero professionista in ospedale, o in caso di cure domiciliari, se sostitutive del ricovero ospedaliero, che comportano un’inabilità temporanea all’esercizio dell’attività professionale, nessuna responsabilità è imputata al libero professionista o al suo cliente a causa della scadenza di un termine tributario stabilito in favore della PA per l’adempimento di una prestazione a carico del cliente da eseguire da parte del libero professionista nei 60 giorni successivi al verificarsi dell’evento.

I termini relativi agli adempimenti sono sospesi dal giorno del ricovero in ospedale o dal giorno d'inizio delle cure domiciliari fino a 30 giorni dopo la dimissione dalla struttura sanitaria o la conclusione delle cure domiciliari; gli adempimenti sospesi devono essere eseguiti entro il giorno successivo a quello di scadenza del termine del periodo di sospensione. La disposizione si applica per periodi di degenza ospedaliera o di cure domiciliari superiori a 3 giorni.

Questa norma, fortemente voluta e ottenuta dall’Associazione Nazionale Commercialisti (ANC) dopo anni di costante impegno istituzionale, rappresenta un traguardo di civiltà e un vero punto di svolta per la professione: per la prima volta il Legislatore ha formalmente riconosciuto che anche i professionisti, in situazioni critiche di salute, devono poter contare su una tutela concreta e automatica, senza dover elemosinare diritti o sottostare a interpretazioni discrezionali.

Si tratta di una norma chiara: in presenza di condizioni documentate e gravi, gli obblighi fiscali vengono sospesi, con la ripresa prevista solo dopo un periodo congruo per la ripresa dell’attività. Tuttavia, come dimostra questo caso, non sempre la legge viene applicata come dovrebbe.

L’intervento tempestivo dell’ANC, per voce del suo presidente Marco Cuchel, ha riportato il caso all’attenzione del Viceministro Maurizio Leo e del Direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini Carbone, ottenendo un riesame e, finalmente, una soluzione positiva: la sospensione è stata riconosciuta e il caso risolto.

“La legge va applicata – ha dichiarato Cuchel – e non interpretata a seconda del caso. Continueremo a vigilare affinché nessun professionista venga lasciato solo di fronte a un proprio diritto.”

L’ANC ribadisce con forza che la sospensione dei termini prevista in caso di malattia o infortunio non è una concessione né una gentilezza da parte dell’Amministrazione Finanziaria, ma un diritto riconosciuto dalla legge e pertanto va rispettato sempre, ogni volta che sussistano le condizioni previste.

“Ringraziamo le istituzioni per la disponibilità dimostrata, ma è fondamentale che questa norma trovi piena applicazione in ogni circostanza”, ha concluso Cuchel.

Tuttavia, l’invito dell’ANC è chiaro: segnalare ogni caso di disapplicazione. Solo così sarà possibile garantire che questa tutela diventi prassi, e non eccezione.
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