Una vittoria giuridica e sindacale per i liberi professionisti: l’Agenzia delle Entrate ha confermato con una nota formale il diritto alla sospensione dei termini fiscali in caso di malattia grave.
Una presa di posizione che nasce dal caso concreto di Federica Rosati, professionista, ricoverata in terapia intensiva, alla quale era stata inizialmente negata la sospensione degli adempimenti tributari, nonostante la legge lo preveda chiaramente.
L’Amministrazione Finanziaria ha, inoltre, comunicato l’imminente emanazione di una direttiva interna volta a garantire l’applicazione uniforme, su tutto il territorio nazionale, della normativa.
La normativa di riferimento
Il riferimento normativo è l’art. 1, commi 927-944, della
Legge di bilancio 2022 n. 234/2021, che riconosce ai liberi professionisti la sospensione automatica dei termini per gli
adempimenti tributari in caso di:
- malattia grave o infortunio documentato;
- ricovero ospedaliero o cure domiciliari sostitutive;
- inabilità temporanea all’attività professionale per oltre tre giorni.
I termini sono
sospesi dal primo giorno di ricovero
fino a 30 giorni dopo le dimissioni, e gli adempimenti vanno poi eseguiti il giorno successivo al termine di sospensione.
La risposta dell’Agenzia: un precedente importante
L’Agenzia delle Entrate, nella nota trasmessa al presidente ANC Marco Cuchel, che aveva portato il caso all’attenzione del Viceministro Maurizio Leo e del Direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini Carbone, ha confermato il diritto alla sospensione in caso di malattia grave e ha reso noto l’esito favorevole dell’istruttoria condotta dalla Direzione regionale del Lazio.
Infine, l’Agenzia ha annunciato che a breve sarà diffusa una direttiva interna per sensibilizzare tutte le strutture operative sull'applicazione uniforme della normativa.
Una norma di civiltà, una battaglia vinta
L’intervento dell’ANC ha ribadito che la salute non può essere un ostacolo alla professione, e che il diritto alla sospensione non è una concessione, ma una tutela riconosciuta dalla legge. Il presidente Cuchel è chiaro:
“La legge va applicata, non interpretata. Continueremo a vigilare affinché nessun collega venga lasciato solo”.
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