11 ottobre 2012

RESISTERE PER CONTINUARE AD ESISTERE

Questo era lo slogan con il quale il 9 Marzo 2012 a Roma il SiC (Sindacato italiano Commercialisti) unitamente ad altre importanti sigle sindacali nazionali di Categoria sfiduciava sostanzialmente l’attuale Consiglio Nazionale, manifestando il proprio disagio nel continuare ad esercitare la professione in un quadro di continue modifiche normative tutte improntate al rigore e alla mortificazione della Categoria, nel silenzio dei nostri organi di vertice.

E sì, troppo spesso, da almeno due anni a questa parte, i commercialisti italiani si sono sentiti lasciati soli e abbandonati a un destino che definirlo incerto e pieno di insidie vuol dire essere ostinatamente ottimisti. Lunedì 15 ottobre prossimo, tutti gli Ordini territoriali d’Italia saranno chiamati a votare per il rinnovo del Consiglio Nazionale e sarà quella l’occasione per esprimere la volontà di cambiamento.
Il programma della lista denominata INSIEME PER LA PROFESSIONE capeggiata dal dott. Gerardo Longobardi, presidente dell’Ordine di Roma, sembrerebbe organico e funzionale a tale volontà di cambiamento. Appare ben articolato e mette ben in luce da un lato i punti deboli delle attuali modalità di esercizio della nostra professione e dall’altro la necessità di rivisitazione del funzionamento del Consiglio nazionale e la conseguente prospettata revisione del D.Lgs. 139/2005.

Sotto il primo profilo, apprezziamo la volontà di limitare le capacità gestorie dei soci di capitale, la semplificazione del sistema fiscale e quella degli adempimenti in tema di antiriciclaggio, il riconoscimento giuridico e tecnico delle competenze della categoria e una rivisitazione del ruolo del Collegio Sindacale che dovrebbe passare per la limitazione oggettiva del numero degli incarichi e (a nostro avviso) per la nomina esterna, ripristinando la collegialità almeno in determinate situazioni meritevoli di attenzione particolare. Qui bisogna partire dal presupposto che l’organo di controllo monocratico non può essere pienamente indipendente e libero come un organo collegiale e che da solo lo stesso non riesce a fare tutto quello che dovrebbe a garanzia dei terzi.

Per quanto riguarda invece la riforma ordinistica, il programma mette bene in luce le criticità dell’attuale assetto di governance della Categoria, cioè: l’eccessivo numero di Consiglieri Nazionali e dei costi conseguenti (inaccettabile allo stato attuale, viste le condizioni generali di estrema difficoltà in cui si trovano ad operare i professionisti in questo periodo), l’approvazione dei rendiconti del CN da parte dell’Assemblea degli Ordini territoriali (così rinominata), la revisione selettiva delle spese del Consiglio nazionale, come quelle ad esempio di partecipazione agli organismi internazionali o pubblicitarie (es. campagna “commercialisti utili al Paese”, costosissima e pressoché inutile). Ci piace anche l’obiettivo (oggi molto ambizioso!) di costruire una professione autorevole in grado di interloquire con le istituzioni come una vera e propria parte sociale.

Per la verità troviamo anche qualche elemento di debolezza nel programma, perché ad esempio a nostro avviso si dice troppo poco in ordine all’attuale sistema di nomina dei revisori degli enti locali, teso a perpetuare l’esistente e a inibire le occasioni di lavoro ai giovani, nonché in ordine all’attuale composizione della squadra di “Insieme per la professione” formata anche da Colleghi del Consiglio Nazionale in scadenza che avremmo preferito estranei alla lista, per dare un maggior segnale di discontinuità. Lo stesso tema della corruzione pubblica dilagante avrebbe potuto forse trovare qualche segnale di attenzione, tenuto conto del fatto che (a nostro avviso) senza una seria lotta alla corruzione e alla riduzione dei privilegi e dei costi della politica, qualsiasi misura di contrasto all’evasione tributaria diventa inefficace.
Tuttavia, il giudizio complessivo del programma di Longobardi è molto buono e le cose più interessanti che abbiamo trovato in quel programma sono :
- il sostegno della Categoria a gestire la professione in modo nuovo in quanto (si dice testualmente): “Il commercialista del futuro passerà parte del tempo lavorativo fuori dallo
studio a gestire relazioni, ad incontrare i clienti ed a fare rete con imprese e colleghi”.
- il focus centrale e prioritario alla Politica di Categoria piuttosto che della Politica del Paese.

Aggiungiamo noi, non perché quest’ultima non interessi ai singoli iscritti o non sia importante, ma perché non è la “mission” del Consiglio Nazionale;
- la creazione di un network di Categoria;
- l’attenzione ai giovani professionisti.

Ho tuttavia lasciato per ultimo la cosa più bella di tutte del programma e che a nostro avviso la stessa collocazione in prima pagina nella presentazione è sintomo della genuinità d’intenti: la ferma volontà di rispettare gli impegni elettorali. In questo periodo di profonda debolezza della classe politica e di continua mutevolezza del contesto generale, è la cosa più bella che si potesse scrivere in un programma elettorale. Anche noi vigileremo il rispetto degli impegni presi, tenuto anche conto del fatto che il Consiglio Nazionale del dott. Longobardi, se venisse scelto, dovrà supportare l’attività delle Associazioni Sindacali (come affermato a pagina 3 del programma).

Auguri Gerardo e a tutta la Sua squadra!

Per Sindacato italiano Commercialisti
Il Presidente
dott. Stefano SFRAPPA
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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