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Editoriali
2 marzo 2021
Dedurre dalle tasse la spesa per le attività culturali per fare ripartire l'intero settore
Autore: Direttore Antonio Gigliotti
Con la pandemia 2020, la spesa per le attività culturali è diminuita del 47%.
Una brusca frenata, considerato che negli ultimi 10 anni la spesa pro-capite per attività culturali è aumentata del 2%.
Le draconiane misure del distanziamento sociale hanno imposto la chiusura di teatri, siti archeologici, musei, gallerie e cinema.
Sarà difficile pensare ad una repentina ripresa del settore senza i necessari incentivi, soprattutto alla luce di un distanziamento sociale che sopravvivrà a lungo la pandemia e con ripercussioni non trascurabili sulla profittabilità dell’intero settore cultura.
Va inteso che il mondo della cultura è l’epicentro attorno a cui gravitano numerose professionalità che includono esperti, studiosi, artisti, tecnici, ingegneri, manager...
E quindi non è pensabile chiudere un teatro senza pensare nell’ordine delle decine di unità di persone che in quel determinate momento sono escluse dall’esercizio del proprio lavoro.
A tal proposito, come detto in precedenza, andrebbe pensato un sistema di incentivi che possa riavviare l’ingranaggio del mondo della cultura in maniera progressive e che non solo aumenti il numero di consumatori di iniziative e prodotti culturali, ma incida anche in maniera significativa con la spesa pro-capite media con questa finalità.
Una soluzione pratica che non incida sui margini di guadagno, ma con delle ripercussioni positive e tangibili sul consumatore finale sarebbe quella di poter dedurre dalle tasse la spesa per le attività culturali in modo tale che venga percepita nel complessivo come una spesa “più leggera” di altre ed in quanto tale possa anche “deviare” esborsi che altrimenti sarebbero indirizzati ad altri consumi.
Una brusca frenata, considerato che negli ultimi 10 anni la spesa pro-capite per attività culturali è aumentata del 2%.
Le draconiane misure del distanziamento sociale hanno imposto la chiusura di teatri, siti archeologici, musei, gallerie e cinema.
Sarà difficile pensare ad una repentina ripresa del settore senza i necessari incentivi, soprattutto alla luce di un distanziamento sociale che sopravvivrà a lungo la pandemia e con ripercussioni non trascurabili sulla profittabilità dell’intero settore cultura.
Va inteso che il mondo della cultura è l’epicentro attorno a cui gravitano numerose professionalità che includono esperti, studiosi, artisti, tecnici, ingegneri, manager...
E quindi non è pensabile chiudere un teatro senza pensare nell’ordine delle decine di unità di persone che in quel determinate momento sono escluse dall’esercizio del proprio lavoro.
A tal proposito, come detto in precedenza, andrebbe pensato un sistema di incentivi che possa riavviare l’ingranaggio del mondo della cultura in maniera progressive e che non solo aumenti il numero di consumatori di iniziative e prodotti culturali, ma incida anche in maniera significativa con la spesa pro-capite media con questa finalità.
Una soluzione pratica che non incida sui margini di guadagno, ma con delle ripercussioni positive e tangibili sul consumatore finale sarebbe quella di poter dedurre dalle tasse la spesa per le attività culturali in modo tale che venga percepita nel complessivo come una spesa “più leggera” di altre ed in quanto tale possa anche “deviare” esborsi che altrimenti sarebbero indirizzati ad altri consumi.
© Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
Non solo Fiscal
15 febbraio 2021
"DI LUNEDì" - “ISA 2021 con causa di esclusione Covid e opposizione avvisi di accertamento relativi al 2015”
Replica del 15 febbraio
Nella puntata del 15 febbraio 2021 della rubrica “Di lunedì”, disponibile sulla piattaforma Play Solution, gli Esperti del Centro Studi Fiscal Focus esaminano diverse tematiche di natura prettamente fiscale.
Si partirà dalle modifiche recentemente introdotte dal DM del 2 febbraio 2021, che ha previsto il venir meno dall’obbligo di compilazione dei modelli ISA per i soggetti che abbiano subito un calo dei ricavi o compensi del 33% nel 2020 rispetto al periodo di imposta precedente.
Si passa dunque ai chiarimenti forniti dalla DRE Lombardia in risposta all’istanza di interpello n. 956-2747/2020 circa la spettanza del tax credit affitti per un negozio con ricavi oltre 5 milioni.
Infine, viene ripreso il tema della notifica dei primi avvisi di accertamento emessi per l’anno 2015, per i quali gli esperti del centro Studi esaminano le possibili strategia di difesa del contribuente.
La seconda parte della puntata è come sempre dedicata alla risoluzione di quesiti pervenuti in Redazione.
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