11 marzo 2023

Prospettive di riforma

Autore: Paolo Iaccarino
Messi a confronto, difficile non rilevare l’abisso esistente fra i due recenti tentativi di riforma fiscale, quello miseramente naufragato del governo Draghi e la legge delega di riforma del sistema tributario coniata dall’esecutivo Meloni. La vicinanza fra politica e professioni inizia a maturare i suoi frutti.

Non è un caso che il Consiglio Nazionale dei Commercialisti abbia espresso “grande apprezzamento” per il contenuto della bozza di legge delega di riforma del sistema tributario. Apprezzamento che tradisce un pizzico di orgoglio. Molte delle misure previste sono la conseguenza delle numerose proposte avanzate dal Consiglio Nazionale di categoria, in quella che il Presidente Elbano De Nuccio definisce una “fattiva e costante interlocuzione con l’esecutivo e in particolare con il Viceministro dell’Economia Maurizio Leo”.

Bastone e carota per un nuovo sistema tributario. La riforma fiscale assume un ruolo nuovo, a metà fra mezzo di attrazione di capitali e strumento di lotta all’evasione fiscale. Principi apparentemente inconciliabili che trovano nel tentativo del governo un equilibrio interessante, verso un fisco più equo, da tutti i punti di vista.

Al centro della riforma l’obiettivo generalizzato di ridurre l’evasione e l’elusione fiscale attraverso la piena utilizzazione di tutte le tecnologie informatiche a disposizioni dell’Amministrazione finanziaria. Non sarà esclusivamente un’attività repressiva, con l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, l’interoperabilità delle banche dati a disposizione e una mirata analisi del rischio. L’intenzione del governo è quella di continuare sulla strada della collaborazione, con il rafforzamento del regime di adempimento spontaneo e l’introduzione per i soggetti minori del concordato preventivo biennale.

La lotta all’evasione passerà anche per altre misure. Chiaro è l’obiettivo di razionalizzare e semplificare il sistema tributario, con la riduzione o eliminazione di adempimenti inutili, l’avvicinamento fra valori fiscali e valori civilistici, la rivisitazione del calendario fiscale e la valorizzazione dei principi di legittimo affidamento del contribuente e di certezza del diritto. In questo senso la legge delega prevede il rafforzamento dell’obbligo di motivazione degli atti impositivi, con onere dell’Amministrazione finanziaria di motivare espressamente sulle osservazioni eventualmente formulate dal contribuente, l’introduzione di un generale principio del contraddittorio preventivo e un ruolo, decisamente diverso, degli interpelli, che verranno progressivamente sostituiti nelle proprie funzioni dall’emanazione di provvedimenti interpretativi di carattere generale, frutto dell’interlocuzione con gli ordini professionali e le associazioni di categoria. Gli interpelli, ove ancora possibili, avranno un prezzo, nel senso che sarà previsto il versamento di uno specifico contributo modulato sulla base del contesto e della complessità.

La riforma fiscale, tuttavia, vuole essere anche altro. Riduzione del carico fiscale, incentivi e attrazione di investimenti e capitali, anche e soprattutto dall’estero. In particolare, nel rispetto della disciplina europea degli aiuti di Stato, la riforma porterà all’introduzione di incentivi all’investimento e trasferimento di capitali in Italia per la promozione di attività economiche sul territorio italiano. Almeno nelle intenzioni, soprattutto le società di capitali potranno godere di una riduzione dell’aliquota IRES sugli utili destinati agli investimenti qualificati e a nuove assunzioni.

Insieme agli incentivi viene prevista la progressiva riduzione delle imposte sul reddito delle persone fisiche, verso l’aliquota impositiva unica, l’estensione della flat tax e della cedolare secca. Interessante, inoltre, il capitolo dedicato ai lavoratori autonomi, con l’eliminazione della disparità di trattamento tra l’acquisto in proprietà e l’acquisizione in leasing degli immobili strumentali e di quelli promiscui, la riduzione delle ritenute d’acconto operate sui compensi e la generalizzata neutralità fiscale delle operazioni di riorganizzazione e aggregazione professionale.

Si tratta di una riforma solida, sicuramente migliorabile, in numerosi aspetti vicina alle esigenze di contribuenti e professionisti. Non sarà, tuttavia, una riforma a costo zero. A fronte delle tante opportunità si evince chiaramente come l’esecutivo proseguirà, con decisione, sulla strada della lotta all’evasione, da realizzarsi con l’impiego delle nuove tecnologie. Nel rispetto della normativa in materia di tutela della riservatezza, il procedimento di accertamento verrà rivoluzionato e l’Agenzia delle entrate potrà attingere a doppie mani alle copiose banche dati disponibili, fino ad oggi poco utilizzate, impiegando ogni forma di elaborazione dati che porti all’identificazione dell’evasore. Meno controlli al buio, anche questo significa equità.
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