Il punto di partenza è uno: la revisione legale affidata al collegio sindacale non è, né può essere, la semplice sommatoria di attività individuali. Bozza richiama la
necessaria collegialità dell’incarico, prevista dalle norme, ma sottolinea anche la possibilità – e l’utilità – di una
suddivisione del lavoro tra i sindaci, a patto che si mantenga un riesame comune e strutturato.
Una soluzione organizzativa che non solo ottimizza i tempi, ma risponde anche all’esigenza di garantire la qualità del processo, soprattutto in un contesto in cui il collegio si configura come soggetto revisore unitario.
Altro snodo critico è la
documentazione. La gestione delle carte di lavoro deve rispettare criteri di integrità, accessibilità e recuperabilità, anche mediante l’uso di strumenti informatici. Bozza mette in guardia: "L’alterazione non autorizzata o la perdita della documentazione può compromettere l’intero processo di revisione".
Non meno importante è la tracciabilità dell’archivio, anche in funzione degli eventuali controlli da parte delle autorità di vigilanza o del revisore subentrante.
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