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La volatilità dei tassi inflattivi degli ultimi anni ha reso il metodo storico di determinazione dell’acconto dell’imposta sostitutiva sulla rivalutazione del TFR non sempre adeguato rispetto al reale andamento dei valori economici. Ne deriva un crescente interesse, da parte degli studi professionali, verso l’approccio previsionale, disciplinato dall’art. 11, comma 4, del D.Lgs. n. 47/2000.
Il calcolo previsionale consente di allineare l’acconto alla rivalutazione attesa, riducendo l’esposizione finanziaria dell’impresa ed evitando versamenti eccedenti in un contesto di inflazione decrescente o di rilevanti cessazioni.
La normativa consente, in alternativa al metodo storico, di determinare l’acconto sulla base:
L’Agenzia delle Entrate non ha definito criteri rigidi per la stima, ma la prassi operativa ha consolidato alcuni parametri interpretativi:
Il consulente del lavoro può adottare un approccio ragionevole basato su dati oggettivi e documentabili.
Il metodo previsionale è raccomandabile nei seguenti casi:
Se l’indice FOI dell’anno precedente era molto elevato, l’acconto storico sarebbe eccessivamente oneroso.
Cessazioni o consistenti riconferimenti al Fondo Tesoreria riducono il montante TFR su cui applicare la rivalutazione futura.
Anche piccole variazioni percentuali dell’indice ISTAT si traducono in grandi scostamenti economici.
La riduzione dell’esposizione finanziaria a fine anno rappresenta un vantaggio per molte PMI.
La metodologia si articola in quattro fasi sostanziali.
Il professionista può basarsi su:
Se i primi 10 mesi indicano una media FOI pari al +2,8% e l’ultimo bimestre degli anni precedenti ha storicamente variato tra +0,1% e +0,3%, la stima prudenziale può essere:
+3,0% annuo.
Formula invariata:
1,5% + 75% × (incremento FOI previsto)
Esempio:
Si procede come nel metodo storico ma utilizzando i valori stimati.
Se il TFR al 31/12 dell’anno precedente era:
allora:
Acconto previsionale =
90% × imposta prevista
Esempio:
Se il metodo storico avrebbe richiesto € 3.500 di acconto, il risparmio finanziario immediato è di € 1.492.
Il metodo previsionale espone al rischio di:
Tuttavia, il ravvedimento operoso consente:
Per un uso corretto del metodo previsionale è consigliabile:
Basato su:
FOI mensili;
Sovrastimare di qualche decimale l’indice previsto riduce il rischio sanzionatorio.
Rilevante ai fini della responsabilità professionale.
Con comunicazione scritta che illustri:
Per garantire un approccio realmente scientifico.
Vantaggi del metodo previsionale
In molti casi, soprattutto negli anni 2023-2025 caratterizzati da shock inflattivi seguiti da una fase di raffreddamento, il metodo previsionale ha permesso un risparmio anche superiore al 30-40% rispetto al metodo storico.
Il metodo previsionale rappresenta un’opportunità evoluta per la consulenza del lavoro, in grado di coniugare competenza tecnica, analisi macroeconomica e gestione finanziaria.
Se correttamente applicato, consente allo studio di offrire un servizio di elevato valore aggiunto, soprattutto in periodi di forte oscillazione inflattiva.
Rimane fondamentale un approccio prudente, documentato e metodologicamente coerente, al fine di garantire sicurezza fiscale e tutela del cliente.
Quali sono i principali elementi da considerare per stimare l’indice ISTAT in un calcolo previsionale?
Il consulente deve analizzare: FOI dei mesi già pubblicati, indice tendenziale, previsione annuale ISTAT e delle principali istituzioni economiche (MEF, Banca d’Italia), stagionalità dell’inflazione e variazioni storiche degli ultimi trimestri.
Il datore di lavoro può adottare liberamente il metodo previsionale?
Sì, purché la stima sia ragionevole e basata su elementi oggettivi. Il metodo previsionale è consentito dall’art. 11, comma 4, D.Lgs. 47/2000. Il datore deve documentare la stima e accetta il rischio di sanzioni in caso di acconto insufficiente, mitigabile mediante ravvedimento operoso.
Come si determina l’acconto previsionale?
L’acconto previsionale è pari al 90% dell’imposta sostitutiva presunta, calcolata sulla rivalutazione attesa del TFR. La formula di rivalutazione è identica al metodo storico, ma applicata alla percentuale stimata e non a quella effettiva.
TFR al 31/12/2024: € 300.000
Inflazione prevista per il 2025: +2,4%
Rivalutazione prevista:
1,5% + (75% × 2,4%) = 3,3%
300.000 × 3,3% = € 9.900
Imposta sostitutiva prevista:
17% × 9.900 = € 1.683
Acconto previsionale (90%):
1.683 × 0.90 = € 1.514,70
Confronto con acconto storico:
L’anno precedente l’imposta era € 2.350 → acconto storico richiesto: € 2.115
Risparmio di liquidità: 2.115 – 1.514,70 = € 600,30
(prezzi IVA esclusa)