24 aprile 2014

Jobs act. Arriva il sì della Camera

Via libera della Camera al Jobs act. Ma il Ncd annuncia battaglia in Senato

Autore: Redazione Fiscal Focus
Premessa – Come preannunciato nei giorni scorsi, ieri pomeriggio è arrivato l’attesissimo sì in Aula alla Camera per la conversione in legge del Jobs act (D.L. n. 34/2014), recentemente modificato in Commissione Lavoro. Tuttavia il Nuovo centrodestra ha ampiamente criticato alcuni emendamenti approvati dal Governo, annunciando battaglia in Senato: l’intenzione è quella di tornare - su alcuni aspetti – al testo originario di Poletti. I punti di maggior scontro sono: le sanzioni previste in caso di superamento della soglia del 20% dei precari, sul totale dei contratti a tempo indeterminato e la riduzione delle proroghe (da 8 a 5) nei contratti a tempo indeterminato, nel limite massimo di 36 mesi. Intanto, oggi a mezzogiorno, è previsto il voto finale del provvedimento. Ma vediamo ora il testo licenziato dalla Camera.

Contratto a termine –
Partendo dal contratto a tempo determinato, la principale modifica rispetto alla Riforma Fornero (L. n. 92/2012) porta a una estensione da 12 a 36 mesi della durata del contratto senza causale, indipendentemente se si tratta del primo rapporto di lavoro. Quanto alle proroghe, invece, ossia la possibilità del datore di lavoro di poter rinnovare il contratto con lo stesso lavoratore, scende da 8 a 5. Significative novità sono state introdotte in Commissione Lavoro in merito al limite di assunzione (20%). Infatti, il datore di lavoro che sfora il tetto del 20%, ossia colui che occupa con contratto a tempo determinato più del 20% dell’organico complessivo (inteso come lavoratori a tempo indeterminato in forza al 1° gennaio dell’anno di assunzione), scatta la sanzione del posto fisso. Inoltre le aziende che superata la quota non si metteranno in regola per rientrare nei parametri entro il 31 dicembre, non potranno assumere altri precari.

Apprendistato -
Sul fronte dell’apprendistato, si reintroduce la percentuale di stabilizzazione in servizio degli apprendisti previsto dalla Riforma Fornero (L. n. 92/2012). Tale norma, in particolare, imponeva all’impresa la regolarizzazione di una percentuale di apprendisti (50%) per potersene dotare di nuovi (percentuale scesa al 30% fino al 2015). La versione originaria del D.L. n. 34/2014 aveva eliminato tale vincolo; ora però è stata reinserita tale percentuale, ma con un calo della soglia fino al 20% e prevedendo che tale vincolo sia valido esclusivamente per le realtà con più di 30 unità (contro le 10 della Riforma Fornero). Novità, queste, che insieme a quelle previste per il contratto a tempo determinato dovranno essere verificate dal Ministero del Lavoro a 12 mesi dall’entrata in vigore della Legge, al fine di valutarne gli effetti occupazionali. Viene ripristinata, poi, la formazione obbligatoria, ma dovrà essere offerta dalle regioni; infatti, se quest’ultime non si attiveranno entro 45 giorni dalla comunicazione di instaurazione del rapporto, l’azienda non avrà il vincolo di integrare la formazione di tipo professionale e di mestiere con quella finalizzata all’acquisizione di competenze di base trasversale.

Durc – Le novità in materia di Durc riguardano la possibilità di verificare in maniera telematica e in tempo reale la regolarità contributiva nei confronti di INPS, INAIL e casse edili. Il certificato inoltre sarà costituito dall’esito di un’interrogazione univoca e avrà la durata di 120 giorni.

Maternità - Si amplia il diritto di precedenza nelle assunzioni per le lavoratrici in congedo di maternità (i mesi di assenza varranno per la precedenza) e si obbliga il datore di lavoro a informare il lavoratore del diritto di precedenza con una comunicazione scritta.

Contratti di solidarietà – Infine, occorre segnalare l’incremento al 35% degli sconti contributivi in tutte le regioni (rispetto all’attuale 25% che per le aree svantaggiate sale al 30%).
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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