Rimani aggiornato!
Iscriviti gratuitamente alla nostra newsletter, e ricevi quotidianamente le notizie che la redazione ha preparato per te.
La bozza del decreto legge sul “Jobs act”, approvato nel Cdm del 12 marzo 2014, contiene importanti novità per quanto concerne la “flessibilità in entrata”, e in particolare sul contratto a termine e sull’apprendistato.
In particolare, con le modifiche che s’intendono adottare in materia di contratto a tempo determinato, si evidenzia un graduale superamento degli elementi di rigidità contenuti nella Riforma Fornero (L. n. 92/2012). Infatti, l’instaurazione di tale rapporto di lavoro viene liberalizzata notevolmente, concedendo la possibilità ai datori di lavoro di poter “sempre” (e non solo per il primo contratto) instaurare rapporti di
lavoro a tempo determinato senza causale, nel limite di durata di 36 mesi (3 anni).
Con particolare riferimento invece all’apprendistato, i ritocchi vanno nella direzione di semplificarne il quadro regolatorio superando alcuni vincoli che ne frenavano il ricorso. In sostanza, le modifiche che s’intendono adottare sono i seguenti:
- Piano formativo individuale (PFI) non più vincolato alla forma scritta;
- niente più clausole di stabilizzazione che bloccano nuove assunzioni in apprendistato;
- costo della formazione più basso;
- mera facoltà di aderire all’offerta formativa delle Regioni.
(prezzi IVA esclusa)