29 marzo 2012

Lavoro in nero. In diminuzione nel 2011

Secondo il rapporto annuale del M.L.P.S., nel 2011 si è registrato un netto calo dei lavoratori in nero rispetto al 2010
Autore: Redazione Fiscal Focus

Premessa –Il 20 marzo scorso, il Ministero del Lavoro ha pubblicato sul proprio sito il Rapporto annuale sull’attività di vigilanza in materia di lavoro e previdenziale dell’anno 2011. Dall’indagine, in pratica, emerge un sostanziale decremento del fenomeno “lavoro in nero”, passando precisamente da 151.000 unità del 2010 a 117.955 unità dello scorso anno.

Il Rapporto –L’analisi è stata condotta mettendo a confronto alcuni macrofenomeni relativi all’andamento occupazionale, con le tipologie di assunzioni desumibili dalle comunicazioni obbligatorie, tracciando dunque un quadro particolarmente interessante sia delle principali tendenze del mercato del lavoro italiano, sia dei più rilevanti fenomeni patologici che lo caratterizzano. L’obiettivo cardine del Rapporto è quello di dare una rappresentazione dell’attività di controllo svolta dal personale ispettivo del M.L.P.S., dell’INPS, dell’INAIL e dell’ENPALS e dei relativi risultati raggiunti, cercando di evidenziare come quest’ultimi siano strettamente legati anche all’evoluzione del mercato del lavoro nei diversi settori economici e comparti territoriali, con particolare riferimento alla notevole diffusione delle tipologie contrattuali diverse rispetto ai tradizionali contratti di lavoro a tempo pieno e indeterminato.

I dati –Innanzitutto occorre precisare che l’analisi si basa su un campione appena superiore al 10% (244.170 aziende) dei circa 2 milioni di aziende esistenti censite presso gli Istituti previdenziali. Le aziende riscontrate come “irregolari” sono state 149.708 e rappresentano circa il 61% di quelle verificate e, nel corso degli accessi, sono stati individuati 278.268 lavoratori irregolari.

I lavoratori in nero –Per quanto riguarda i lavoratori in nero invece, sono stati individuati 105.279 unità, a cui vanno aggiunti circa 13.000 lavoratori individuati dalla Guardia di Finanza, per un totale di 117.955 unità. Tali dati risultano in evidente diminuzione rispetto ai 151.000 lavoratori in nero del 2010; fenomeno riconducibile fondamentalmente, da un lato, alla restrizione del campo di applicazione della normativa sanzionatoria e dall’altro alla contrazione occupazionale che inevitabilmente incide anche sul sommerso. Prima, infatti, il lavoro in nero era punibile sia riferito ai rapporti di natura subordinata che autonoma, dal 24 novembre 2010 invece, con l’introduzione delle nuove disposizioni introdotte dal c.d. Collegato lavoro, risulta sanzionabile nelle sole ipotesi di lavoro subordinato.

I contratti flessibili -Altro aspetto da tener d’occhio riguarda la diffusione dei contratti flessibili (intermittente e accessorio) che hanno notevolmente ridotto il fenomeno del lavoro nero “tout court”. In particolare, il lavoro intermittente è passato dai 211.352 contratti attivati nel 2009 ai 522.445 del 2011 (+247%), interessando soprattutto la regione Lazio (+294%), Campania (+290%) e Calabria (+214%). Anche il lavoro occasionale accessorio registra un trend in forte crescita, per un totale complessivo di 27.749.494 vouchers venduti dal 1.8.2008 al 31.12.2011

Il recupero contributivo –Infine, per quanto attiene al recupero contributivo, lo stesso rimane sostanzialmente stabile, anche se con una leggera flessione del 13% e si attesta attorno ad € 1.225.165.438, anche se tale dato è riferito alle somme “accertate” e non a quelle “riscosse”.

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