16 dicembre 2015

Sold out i voucher per il baby-sitting

Stop alle domande volte a richiedere i buoni lavoro per pagare la baby-sitter

Autore: redazione fiscal focus

Esaurite le risorse per richiedere la corresponsione di voucher per l'acquisto di servizi di baby-sittingovvero per fare fronte agli oneri della rete pubblica dei servizi per l'infanzia o dei servizi privati accreditati. Per l’anno 2015, infatti, l’art. 7 del Decreto Ministeriale 28 ottobre 2014 ha stanziato a tal fine 20 milioni di euro. Ora, in attesa delle eventuali rideterminazioni da parte del Ministero vigilante in merito al beneficio suddetto, l’Istituto previdenziale non prende in considerazione ulteriori domande e, pertanto, la relativa procedura telematica non ne consente più l’acquisizione.


A darne notizia è l’INPS con il messaggio n. 7402/2015.


Voucher baby-sitting - Al fine di promuovere “una cultura di maggiore condivisione dei compiti di cura dei figli all’interno della coppia e per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro”, l’art. 4, c. 24, lett. b) della Legge Fornero (L. n. 92/2012) ha concesso la possibilità alla madre lavoratrice, al termine del periodo di congedo di maternità, per gli 11 mesi successivi e in alternativa al congedo parentale, di chiedere:


  • la corresponsione di voucher per l'acquisto di servizi di baby-sitting;
  • ovvero per fare fronte agli oneri della rete pubblica dei servizi per l'infanzia o dei servizi privati accreditati.

La richiesta poteva essere presentata anche dalla lavoratrice che aveva usufruito in parte del congedo parentale.


Il beneficio, in particolare, consisteva in un contributo, par ad un importo massimo di 600 euro mensili, per un periodo complessivo non superiore a sei mesi, in base alla richiesta della lavoratrice interessata.


Per accedere al beneficio, la madre lavoratrice doveva presentare domanda tramite i canali telematici, indicando, al momento della domanda stessa, a quale delle due opzioni intendesse accedere e per quante mensilità volesse usufruire del beneficio in alternativa al congedo parentale con conseguente riduzione dello stesso. La scelta del beneficio non poteva essere variata.


Per gli anni 2014 e 2015 le domande potevano esser presentate entro il 31 dicembre di ciascun anno e il beneficio è erogato, nel limite di 20 milioni di euro secondo l’ordine di presentazione delle domande.





Fondi esauriti – L’INPS ha comunicato l’esaurimentoper l’anno 2015 del budget di 20 milioni di euro, previsto dall’art 7 del decreto ministeriale 28 ottobre 2014. In attesa delle eventuali rideterminazioni da parte del Ministero vigilante in merito al beneficio suddetto,l’INPS “non prende in considerazione ulteriori domande ”e,pertanto, la relativa procedura telematica non ne consente più l’acquisizione.

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