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Premessa – Da Bruxelles arriva un pacchetto per arginare la disoccupazione giovanile. In particolare, si tratta di una “raccomandazione” agli Stati membri affinché introducano ''una Garanzia a tutti i giovani fino ai 25 anni di ricevere un'offerta di lavoro, di studio, di apprendistato o di tirocinio di qualità elevata entro 4 mesi dal termine di un ciclo d'istruzione formale o dall'inizio di un periodo di disoccupazione''. L’obiettivo, in sostanza, è quello di dare una speranza concreta ai 5,5 milioni di persone (più di una su cinque) che non riescono ad assicurarsi un posto, e ai 7,5 milioni cosiddetti Neet (“Not in employment, education or training”), ossia disoccupati non impegnati in alcun percorso di apprendimento con un età compresa tra i 15 e i 24 anni. A tal fine, spiega la nota dell’UE, la proposta di raccomandazione invita i 27 Stati membri: ad avviare una stretta collaborazione con le parti interessate; a far intervenire tempestivamente i servizi di collocamento e altri partner a favore dei giovani; a prendere misure per l'inserimento nel lavoro (anche utilizzando il Fondo sociale europeo e altri fondi strutturali); a valutare e a migliorare costantemente la Garanzia per la gioventù e ad attuarne rapidamente i diversi elementi.
Le risorse finanziarie – Le suddette attività verranno sostenute mediante finanziamenti UE promuovendo scambi di buone pratiche fra Stati membri, seguendo l'attuazione delle ''Garanzie'' per la gioventù durante il semestre europeo e con attività di sensibilizzazione. Per facilitare la transizione dalla scuola al lavoro, il pacchetto lancia una consultazione delle parti sociali europee per definire un quadro di qualità per i tirocini, in modo che i giovani possano acquisire esperienze di lavoro di qualità in condizioni di sicurezza. Annuncia inoltre un'alleanza europea per migliorare la qualità e la quantità dei sistemi di apprendistato attualmente disponibili, diffondendo in tutti gli Stati membri gli esempi di maggior successo.
Un intervento necessario – L’intervento dell’UE è indispensabile, se pensiamo che il mancato inserimento dei giovani nel mercato del lavoro è stimato da Eurofound in oltre 150 miliardi di euro l'anno, pari all'1,2% del PIL dell'UE. Per alcuni Paesi, come Bulgaria, Cipro, Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Lettonia e Polonia, esso rappresenta addirittura il 2% o più del PIL comunitario. Pertanto, è bene che i Paesi interessati attivino le politiche idonee per ridurre il tasso di disoccupazione giovanile, anche perché il risparmio ottenuto se si riuscisse a evitare questi costi, ora e in futuro, supera di gran lunga i costi finanziari della proposta di Garanzia per i giovani. A conferma di ciò è intervenuto il commissario europeo per l'Occupazione, gli affari sociali e l'inclusione, Làszlo' Andor: ''un alto tasso di disoccupazione giovanile ha conseguenze drammatiche per le nostre economie, le nostre societa' e soprattutto per i giovani. È per questo che adesso dobbiamo investire nei giovani d'Europa''. ''Questo pacchetto aiuterà gli Stati membri a sostenere i giovani nella transizione dalla scuola al lavoro.
Il contesto – Volgendo uno sguardo al contesto europeo, è possibile notare che il tasso di disoccupazione giovanile ha superato il 25% in 13 Stati membri. Mentre Grecia e Spagna hanno tassi del 55%, in Italia il tasso è del 36,1%. Seguono Portogallo, Irlanda, Bulgaria, Cipro, Lettonia, Ungheria e Slovacchia con tassi pari o superiori al 30%. Oltre il 30% dei disoccupati di età inferiore ai 25 anni è senza lavoro da più di 12 mesi: 1,6 milioni nel 2011, rispetto a 0,9 milioni nel 2008. I tassi di occupazione complessivi dei giovani sono scesi di quasi 5 punti percentuali negli ultimi 4 anni: il triplo degli adulti. La possibilità che un giovane disoccupato trovi un lavoro è limitata: solo il 29,7% delle persone di età compresa tra i 15 e i 24 anni, che nel 2010 erano disoccupati ha trovato un lavoro nel 2011; un calo del 10% in 3 anni. Sul mercato del lavoro europeo i soggetti più vulnerabili sono proprio i giovani, che rischiano anche di essere sempre più emarginati. Le conseguenze di questa situazione non sono solo immediate, ma hanno ripercussioni anche a medio e lungo termine: l’aggravarsi della crisi del mercato del lavoro può traumatizzare gran parte di una generazione, con conseguenze negative sull’occupazione, la produttività e la coesione sociale ora e in futuro.