21 maggio 2025

Formazione continua e controllo qualità, i pilastri del metodo Revilaw

Autore: Redazione Fiscal Focus
Nel metodo Revilaw, la formazione professionale non è un’attività accessoria ma un elemento fondante della cultura organizzativa. A spiegarlo è la dottoressa Elisa Calabria, componente del team qualità, che descrive la formazione come «un faro che guida la nostra attività quotidiana».

Se da un lato viene assicurata la formazione obbligatoria per l’iscrizione agli Albi professionali, dall’altro Revilaw investe fortemente su percorsi interni di aggiornamento e specializzazione.

La formazione continua come leva strategica per la qualità

«Proponiamo corsi pratici, mirati all’implementazione delle procedure di revisione e alla redazione delle carte di lavoro», racconta Calabria in occasione del Convegno Revilaw 2025. Le sessioni sono spesso tenute da revisori esperti o dallo stesso team qualità e puntano a garantire una preparazione solida, immediatamente spendibile sul campo.

L’obiettivo è che ogni professionista che opera con il marchio Revilaw si presenti ai clienti con competenza, rigore e una preparazione superiore agli standard. «Per noi la formazione è la base di un lavoro fatto bene: non ci si può proporre alle imprese come revisori senza un continuo aggiornamento».

Il ruolo del team qualità nel processo di revisione

Accanto alla formazione, un altro pilastro è rappresentato dal supporto operativo del team qualità, presente in ogni fase del processo di revisione.«Abbiamo standardizzato le nostre procedure a livello metodologico, ma le adattiamo in modo puntuale per ogni singolo incarico», spiega Calabria.
Il supporto è costante e si concretizza in riunioni periodiche di allineamento, nella verifica della conformità al manuale interno e, soprattutto, nell’affiancamento al momento della formulazione del giudizio finale.
Negli ultimi anni, l’introduzione dei controlli qualità da parte del MEF ha reso ancora più stringente il lavoro del team. «Il nostro obiettivo è duplice: da un lato garantire la qualità del lavoro per noi stessi, dall’altro prepararci a eventuali ispezioni esterne. Vogliamo che i nostri fascicoli parlino da soli, che dimostrino la logica e la correttezza delle conclusioni raggiunte». Un controllo interno rigoroso, insomma, che diventa anche garanzia esterna di professionalità e trasparenza.
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