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Con il documento di ricerca del 26 ottobre 2018, recante “L’imposta societaria nell’UE”, la Fondazione Nazionale dei Commercialisti (FNC) e il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDCEC), hanno illustrato lo stato dell'arte dei lavori in corso da parte dell'Unione europea, relativi all'individuazione e all'implementazione di un regime equo ed efficace per l'imposta societaria nella stessa UE.
Una delle priorità dell’UE, infatti, è rappresentata dall’individuazione di misure per un’equa ed efficace tassazione societaria e di una “Tax Good Governance”.
Con la comunicazione del 17 giugno 2015 [COM (2015) 302 final], la Commissione europea ha pubblicato un piano d’azione ("Platform for Tax Good Governance, Aggressive Tax Planning and Double Taxation"), nel quale individua, ai fini della realizzazione di un regime equo ed efficace per l’imposta societaria, cinque settori d’intervento al fine di favorire un ampio raccordo tra norme nazionali e norme europee.
Gli obiettivi che persegue la suddetta Platform sono:
Spazio poi alla External strategy for effective taxation[com (2016) 24 final]; sul punto, infatti, la FNC osserva che, nel gennaio 2016, la Commissione europea ha pubblicato una comunicazione inerente una “strategia esterna per un’imposizione effettiva”, appunto [com (2016) 24 final], al fine di delineare le principali misure che possono aiutare l’Unione europea “a promuovere la buona governance fiscale a livello globale, ad affrontare le minacce esterne alla base imponibile e a garantire parità di condizioni per tutte le imprese”.
A tal proposito, nel documento, si menzionano le aree particolarmente rilevanti che potranno beneficiare degli input provenienti dalla Platform e dagli organismi dell’Unione europea:
Come si osserva nel documento, è opportuno specificare che, se da un lato, vi è la necessità di esaminare il modo in cui le diverse politiche potranno rafforzare gli obiettivi di equità sociale, sostenibilità economica e competitività globale, dall’altro, è necessario concentrarsi sull’impatto che, le nuove sfide (inclusività nell’era della globalizzazione, della digitalizzazione e dei cambiamenti demografici), possono avere sulle politiche fiscali europee in futuro.
Il documento conclude, infatti, evidenziando la necessità che gli organismi dell’UE “bilancino le priorità fiscali con le altre aree di interesse e tengano ben presente l’impatto che le diverse misure, interne ed esterne al contesto europeo, possono avere sui singoli Stati membri”.