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Con un decreto del 27 aprile 2018, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha aggiornato l’elenco delle attività lavorative a bordo delle navi alle quali è vietato adibire i minori di anni diciotto. Il decreto è entrato in vigore con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale in data 18 maggio 2018.
Il settore marittimo si svolge in un ambito lavorativo complesso e delicato, che per questo presenta una disciplina specifica dettata, oltre che dalla ordinaria disciplina normativa, dal Codice di Navigazione; quelle nazionali relative alla bandiera della nave e quelle internazionali.
Con il termine gente di mare si intende chi si imbarca per lavorare a qualsiasi titolo e per qualsiasi mansione, gli addetti ai servizi portuali, gli impiegati nei cantieri navali.
Il lavoro dei marittimi è molto particolare: espone gli addetti a malattie specifiche a causa della natura dell’attività lavorativa e della permanenza in paesi terzi, ad ore di lavoro lunghe e non regolari, con difficoltà a riposare, una nutrizione particolare (cibo non fresco per molto tempo), situazioni ambientali molto variabili, permanenza a bordo per lunghi periodi su ambienti instabili.
Per questo il marittimo è sottoposto a rigorosi controlli sanitari: uno biennale, in cui viene sottoposto a vari esami, e una visita prima di ogni imbarco.
La nave, infatti, è di per sé fonte di pericolo: i macchinari ivi presenti, gli spazi in cui ci si muove, il carico stesso, le manovre, il maneggio di sostanze tossiche sia per lavori di bordo che come carico e, non da ultimo, l’affaticamento causato da una riduzione degli equipaggi.
Da qui la necessità di prevedere specifiche limitazioni all’impiego di lavoratori minorenni a bordo.
Lavorazioni vietate - Il decreto elenca nel dettaglio le lavorazioni vietate: