Il Consiglio e la Fondazione nazionali dei commercialisti hanno pubblicato il documento “Strumenti e tecniche di finanza innovativa lungo il ciclo di vita aziendale” (allegato), realizzato dalla Commissione “Finanza innovativa” presieduta da Antonio Salvi e operante nell’area “Finanza aziendale”, alla quale è delegato il vicepresidente del Consiglio nazionale Antonio Repaci.
Il documento si concentra sull’applicazione delle alternative disponibili alle specifiche fasi del ciclo di vita aziendale, analizzando gli strumenti e le tecniche di finanza aziendale, suddividendole a seconda del loro “migliore” utilizzo in ciascuna delle quattro fasi della vita aziendale che tipicamente vengono suggerite in dottrina e nella prassi: start-up, sviluppo, maturità, rilancio/turnaround.
Strumenti e tecniche di finanza innovativa lungo il ciclo di vita aziendale
Gli autori del documento sottolineano come “le decisioni finanziarie aziendali sono fortemente influenzate dall’”età” e dal ciclo di vita aziendale, poiché non tutte le misure e gli strumenti di finanza innovativa disponibili sul mercato sono necessariamente adeguati a tutte le “stagioni””. Differenziando l’analisi per singole fasi del ciclo di vita, il documento intende fornire al professionista uno strumento operativo utile al fine di supportare al meglio le proprie aziende clienti, a seconda dello specifico fabbisogno finanziario da ciascuna di esse pro-tempore manifestato.
La pubblicazione è suddivisa in quattro parti, ciascuna delle quali fa rifermento a una specifica fase aziendale. La prima parte esamina l’equity crowdfunding, quale importante quale importante innovazione intervenuta nel panorama della finanza imprenditoriale.
In questa sezione viene anche esplorato il ruolo cruciale che i professionisti, e in particolare i commercialisti, possono svolgere a supporto delle imprese che decidono di intraprendere un percorso di raccolta fondi attraverso questo strumento.
La seconda parte del documento esamina l’introduzione dei minibond e del vendor loan, strumenti che rappresentano un significativo sviluppo nel panorama della finanza aziendale in Italia, in particolar modo per le piccole e medie imprese alla ricerca di soluzioni di finanziamento alternative a quelle tradizionali offerte tipicamente dalle banche.
La terza parte esplora il concetto di search fund, un modello di investimento che consente a giovani manager di acquisire e gestire aziende esistenti, affrontando al meglio le sfide che si trovano a gestire in particolar modo le start-up e le aziende che attraversano delicati passaggi generazionali.
La quarta e ultima parte del documento analizza gli strumenti Finanziari Partecipativi (SFP), introdotti dalla riforma del diritto societario, miranti a sostenere le aziende in difficoltà per facilitare il reperimento di risorse finanziarie.
Ruolo del commercialista
Fino a qualche anno fa, gli SFP sono stati scarsamente utilizzati nella prassi, probabilmente a causa di una non completa conoscenza degli stessi.
Negli ultimi anni, invece, tali strumenti hanno subito un forte impulso e un diffuso utilizzo soprattutto nelle operazioni di risanamento aziendale, probabilmente in virtù della incentivante opportunità per gli istituti finanziatori di vedere maggiormente tutelato il loro credito verso la società coinvolta, ancor di più in una delicata fase di gestione e superamento di crisi.
Allo stesso tempo, per l’impresa in crisi il positivo effetto finale che consegue a tutta l’operazione, ovvero la conversione a riserva di un debito finanziario, rappresenta un interessante opportunità di rafforzamento patrimoniale.
In considerazione di quanto sopra, il professionista potrebbe assumere un ruolo fondamentale nella strutturazione generale dell’operazione di emissione di SFP e nell’assistenza all’azienda cliente in veste di advisor finanziario per la predisposizione del piano e relativa manovra finanziaria.
Ulteriore opportunità potrebbe essere riferita all’eventualità di assistere l’impresa nella fase di execution del piano strategico di risanamento. In conclusione, si ritiene che con un opportuno adeguamento delle competenze, il dottore commercialista potrebbe ben rivestire una duplice funzione, ovvero entrare a pieno titolo nel tema di advisors a supporto dell’impresa in crisi, nonché svolgere la funzione di CRO (Chief Restructuring Officer), ovvero di soggetto che accompagna l’impresa nella fase cruciale di attuazione del piano di risoluzione della crisi.
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