Il Forum “Superare la crisi, quali ingredienti per la ripresa?”, organizzato dalla Cassa dei Ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca, ha visto la partecipazione di Giovanni Currò (M5s), Massimo Bitonci (Lega), Ylenja Lucaselli (FdI) e Mauro Del Barba (IV).
Digitalizzazione e cash back fondamentali, nuovo modo di concepire il Fisco, sono questi i temi principali dell’intervento effettuato da Giovanni Currò (M5s), vicepresidente della Commissione Finanze della Camera dei Deputati. Ripartire è un’esigenza e gli elementi come investimenti sulla digitalizzazione, la semplificazione del Fisco e l’adozione di strumenti come il cash back sono indispensabili, ma ciò non basta in quanto occorre un differente modo di concepire il Fisco. In una situazione drammatica come quella attuale, i tempi e i modi delle attività imprenditoriali di aziende e professionisti non possono essere dettati dagli adempimenti fiscali, e il vicepresidente riferendosi alla riforma fiscale richiede concretezza, sfoltimento degli adempimenti e armonizzazione di tutte le semplificazioni introdotte negli anni.
Il leghista Massimo Bitonci, Commissione Bilancio di Montecitorio, continua a mantenere l’attenzione sulla necessità di procedere con la modifica dell’apparato finanziario dello Stato, la definisce come un’impresa ardua che in questo momento storico si potrebbe portare a termine semplificando il sistema fiscale, che risulta essere sempre più complesso a causa della mancanza di testi unici e della sedimentazione delle norme. Secondo quanto esposto da Bitonci, bisogna riformare l’Irpef, ovvero l’Imposta sul reddito che non rispetta più l’articolo 53 della Costituzione; serve un sistema che arrivi alla progressività dell’imposta sulle persone fisiche, e l’imposta regionale sulle attività produttive va cancellata e trasformata in addizionale regionale all’imposta sul reddito delle società. Importante è l’apporto che i sindaci possono dare con la loro esperienza sulla transizione ecologica per la salvaguardia dell’ambiente e di prevenzione per il dissesto idrogeologico.
I problemi di un Fisco poco armonioso e pesante vengono sottolineati da Giusto Balletta (Odcec Palermo), il quale rende noto che nel 2020 commercialisti e aziende hanno dovuto provvedere a 2036 adempimenti nel corso dell’anno, nel dettaglio 170 mensili con un picco di 283 nel mese di novembre. Dati pesanti che condizionano gli studi professionali e la redditività delle aziende.
La necessità di ricorrere a efficaci misure di sostegno e la difficile situazione delle imprese italiane sono tematiche affrontate dal consigliere di amministrazione della Cnpr, Paolo Longoni. Il dato Istat che preoccupa maggiormente è quello che segnala il rischio di default per il 48,5 per cento delle imprese italiane, la metà delle aziende rischia di chiudere. Secondo Longoni in Italia tutto è complicato, oltre che sulla semplificazione fiscale pone l’attenzione sulla Pubblica Amministrazione. Serve un punto di contatto tra politica e società civile, professioni e casse.
Il Codice della crisi di impresa e dell’insolvenza è stato emanato con il D.Lgs n.14/2019; il decreto correttivo di tale codice (Decreto Legislativo n. 147 del 26 ottobre 2020) non si limita ad effettuare mere modifiche formali, ma riforma considerevolmente sia sul c.d. diritto societario della crisi, sia sulla definizione di crisi e dei suoi indicatori, nonché su istituti quali la transazione fiscale. L’intervento di Ylenja Lucaselli, deputata di Fratelli d’Italia in Commissione di Bilancio alla camera, si basa prevalentemente sul nuovo codice della crisi di impresa, affermando che l’obiettivo della riforma è quello di salvaguardare il valore delle imprese anticipandone la crisi affiancato da una vigilanza esterna stringente. Secondo la deputata, il sostegno alle imprese italiane potrebbe iniziare dall’attenuazione dei costi fissi.
Quando si parla di transizione ecologica si fa riferimento ad una trasformazione generale che investe tutti i settori della vita e dell’economia cambiando il paradigma del nostro modello di sviluppo.
Mauro Del Barba, componente di Italia Viva in Commissione di Bilancio alla Camera, basa il suo intervento su di essa. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza non può mancare di sostenibilità, tema diventato centrale dopo la crisi pandemica. Del Barba rende noto che nel nostro ordinamento sono presenti dal 1° gennaio 2016 le cosiddette Imprese Benefit, ovvero quelle imprese che hanno come scopo non solo la divisione degli utili ma anche l’impatto positivo sul bene comune delle loro attività. La sua visione obbliga l’Italia in una posizione di leadership nella competizione del futuro che coniuga interesse privato e benessere pubblico.
L’attenzione viene posta sull’avvenimento del grande processo di transizione ambientale e digitale che avverrà e che l’Europa sostiene con una grande quantità di fondi. Giusto Balletta nella sua conclusione indica l’utilità di un rapporto sinergico tra imprese e professionisti per vincere questa sfida che modifica assetti patrimoniali e finanziari delle aziende.
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