8 settembre 2018

Compensazione crediti e debiti tributari: il vantaggio è stato quasi completamente “cancellato”

A cura di Nicola Forte

Ci avviciniamo a grandi passi all’appuntamento legislativo più importante dell’anno. Entro breve tempo dovrebbero essere noti i contenuti della “Manovra 2019”, che in verità si annuncia piuttosto complessa. Probabilmente le misure fiscali dovrebbero vedere la luce in un decreto collegato i cui contenuti potrebbero essere ben più articolati e complessi rispetto a quelli ipotizzabili inizialmente.

Le misure fiscali non dovrebbero essere circoscritte alla FLAT TAX e alla “pace fiscale”, ma è stata annunciata la presentazione di un corposo “pacchetto” in tema di semplificazioni. Sembra essere l’ennesimo tentativo di alleggerire gli adempimenti dei contribuenti e l’iniziativa è sicuramente positiva, ma dietro questo intervento potrebbe nascondersi, ancora una volta, un “giro di vite” sulla possibilità di compensare i crediti fiscali con i debiti tributari aventi altra natura.

In passato… - Molto tempo fa, circa 30 anni fa, il rapporto tra Fisco e contribuente era molto diverso. Il numero dei tributi da gestire era sensibilmente inferiore, e l’intero sistema tributario era molto più semplice. Tuttavia, i contribuenti che avevano maturato un credito nei confronti del Fisco potevano esclusivamente chiederne il rimborso. Era sufficiente aver versato un acconto di imposte eccedente rispetto al saldo per maturare il diritto alla restituzione della somma versata in eccesso. Tuttavia, il rimborso rappresentava l’unica soluzione ed i contribuenti non avevano la possibilità di compensare i crediti con altri debiti tributari. In tali ipotesi, i contribuenti erano costretti ad attendere diversi anni per ottenere la restituzione delle somme versate in eccesso.

La compensazione tra crediti e debiti - Al fine di eliminare il problema dei tempi lunghi per l’ottenimento dei rimborsi, il legislatore fiscale ha previsto la possibilità di compensare i crediti tributari, risultanti dalle dichiarazioni annuali, con i debiti fiscali relativi ad altri tributi. Ad esempio è possibile compensare il credito IRPEF, con il debito IRAP, il credito annuale IVA, con il debito IRPEF, e così via.

In linea di principio, almeno inizialmente, il legislatore fiscale non ha posto particolari limiti alla possibilità di compensare crediti e debiti fiscali. L’unico limite era rappresentato dalla circostanza che i crediti risultassero dalle relative dichiarazioni annuali. Tuttavia, nel tempo si sono verificati una serie di interventi normativi che hanno di fatto reso estremamente difficoltosa questa possibilità di compensazione rendendola in alcuni casi del tutto teorica.

I limiti alla compensazione ed il ritorno al passato - Il legislatore degli ultimi anni ha reso sempre più difficile la possibilità di compensare crediti e debiti fiscali. Le limitazioni introdotte nel tempo sono state giustificate con i comportamenti fraudolenti che i contribuenti hanno assunto nel tempo.

I crediti Iva sono utilizzabili, per importi superiori a 5.000 euro, solo con l’apposizione del visto di conformità. Inizialmente i crediti relativi alle imposte sui redditi erano utilizzabili senza limitazioni. Successivamente è stato introdotto il limite di 15.000 euro con l’obbligo di apposizione del visto di conformità per la parte eccedente e poi tale limite è stato ridotto a 5.000 euro uniformandolo alla disciplina dell’Iva. I crediti Iva infrannuali potevano originariamente essere utilizzati in compensazione senza alcun limite. Ora, invece, qualora l’importo da utilizzare in compensazione nell’anno sia superiore a 5.000 euro è necessario anche in questo caso apporre il visto sull’apposito modello. Tale adempimento deve essere effettuato per il modello relativo al trimestre a partire dal quale viene superato il predetto limite.

L’ultimo intervento normativo - L’ultimo intervento normativo in ordine di tempo è contenuto nella legge di Bilancio 2018. Il legislatore ha previsto la possibilità per l’Agenzia delle entrate di “sospendere” la compensazione tra crediti e debiti fiscali, qualora si palesassero particolari profili di rischio dei crediti da utilizzare. Il provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate n. 195385 del 28 agosto 2018 ha individuato i criteri di selezione dei crediti e delle compensazioni da sospendere. I criteri individuati sono così generici e tali da ingenerare il sospetto che l’Agenzia delle Entrate intenda dissuadere i contribuenti dalle predette operazioni di compensazione. In buona sostanza, si potrebbe verificare un effetto spontaneo di riduzione delle compensazioni a seguito delle mancate richieste dei contribuenti che non intendono correre alcun rischio.

I possibili sviluppi futuri: conclusioni - Alcuni esponenti politici hanno dichiarato che, se da una parte il tema delle semplificazioni fiscali è centrale, dall’altra è necessario un’ulteriore “stretta” sulle semplificazioni. Il beneficio fiscale è già ridotto, con la previsione di lacci e lacciuoli, ai minimi termini. La previsione di ulteriori limitazioni darebbe luogo al collasso del sistema e praticamente i vantaggi risulterebbero completamente azzerati.

In pratica, si tornerebbe indietro di 30 anni quando non era prevista in alcun modo la possibilità di compensare crediti e debiti, e l’unica soluzione era rappresentata dal rimborso delle imposte. Inoltre, il ritorno al passato riguarderebbe solo la perdita dei benefici, invece il sistema fiscale continuerebbe ad essere estremamente complicato.
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