8 maggio 2025

Consumi delle famiglie italiane in calo: meno 4,2% rispetto all’anno scorso

Consumi italiani in calo: i dati Istat indicano un -4,2% rispetto all’anno scorso

Autore: Chiara Aiello
Prezzi in aumento, stipendi fermi: a marzo crollano le vendite, soprattutto nel settore alimentare.

Secondo i dati Istat, il calo è importante e riguarda in particolare gli alimenti. A sorpresa, invece, sono alti i consumi di prodotti per la cura della persona, che fanno registrare un lieve aumento.

Vediamo nel dettaglio le percentuali rilevate nei vari settori.

Vendite al dettaglio in calo: i dati Istat

I consumi delle famiglie italiane continuano a diminuire. A marzo 2025, le vendite al dettaglio sono diminuite del 4,2% in volume e del 2,8% in valore rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Anche il confronto con febbraio si registra in negativo: -0,5% sia in termini di quantità che di valore.

Crollano gli acquisti alimentari: i dati Istat

A pesare maggiormente è il forte calo degli acquisti di prodotti alimentari. Inaspettatamente segnano un -6,7% su base annua.
I beni non alimentari registrano invece una flessione più contenuta: -2,1%.

Profumeria, cura della persona e medicinali: dati positivi e in crescita

In positivo solo poche categorie: crescono le vendite di prodotti di profumeria e cura della persona (+1,8%) e di medicinali (+0,6%).

La situazione non sembra affatto rosea invece per cartolerie, libri, giornali e riviste (-4,5%) calzature, articoli in cuoio e da viaggio (-4,2%).

Calo generalizzato per tutti i canali di vendita

La flessione colpisce in modo quasi omogeneo tutti i tipi di rivenditori. Gli incassi della grande distribuzione scendono del 2,6%, quelli dei negozi tradizionali del 3,1%, mentre anche il commercio elettronico, spesso in crescita, registra un calo dell’1,3%.

La valutazione Confcommercio e dell’UNC

Secondo l’ufficio studi di Confcommercio, “al netto dell’effetto Pasqua non mancano elementi di preoccupazione. La situazione resta difficile per molti segmenti di consumo, in particolare abbigliamento e calzature, e per la distribuzione tradizionale”.

Il commento del presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona: “Dati disastrosi! Non si salva nessuno. Non c’è un solo dato positivo, né congiunturale né tendenziale, né in valore né in volume. Il crollo non può essere spiegato solo con la diversa collocazione della Pasqua: può giustificare il calo degli alimentari su base annua, ma non quello rispetto a febbraio né il tracollo dei beni non alimentari”.
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