Nelle scorse settimane il Consiglio nazionale della categoria aveva appoggiato con forza la presentazione dell’emendamento da parte di parlamentari di diverse forze politiche, che prevedeva il differimento dei termini per i professionisti che contraggono il Covid-19. Un passo determinante che poteva rappresentare l’inizio di un più ampio e organico disegno di legge sulla malattia professionale.
Purtroppo, il Governo ha deciso di cassare dal DL Sostegni, che si trova all’esame del Senato, gli emendamenti riguardanti la sospensione degli adempimenti per i professionisti che si ammalano di Covid.
Alla notizia della bocciatura da parte del Ministero della Giustizia dell’emendamento, il Vicepresidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Giorgio Luchetta, ha commentato “Perdere anche questo treno sarebbe grave per tutti i professionisti italiani privi di un diritto ad altri garantito. Ci auguriamo vivamente che si individuino al più presto le coperture necessarie per portare a casa un risultato atteso da tempo. È grave – conclude – porre come insormontabile il tema delle coperture rispetto ad una norma che riguarda diritti fondamentali che non dovrebbero essere messi in discussione e che pare assurdo non siano ancora riconosciuti. Una situazione tanto più inaccettabile in un frangente drammatico come quello dell’emergenza pandemica”.
Al rammarico di Lucchetta si aggiunge quello di Marco Cuchel Presidente dell’Associazione Nazionale Commercialisti, che ha affermato “è incomprensibile la decisione del Governo di dire no ad una norma di così evidente buon senso, oltre che di altrettanta evidente urgenza in ragione della situazione sanitaria che è in atto, sebbene l’obiettivo finale da perseguire sia sempre l’approvazione del disegno di legge sulla malattia e infortunio del professionista. Nessuno sembrava intenzionato a voler mettere in discussione l’opportunità di riconoscere ai professionisti il diritto di curarsi al tempo del Covid, e quindi è legittimo chiedersi cosa abbia fatto cambiare idea al Governo.”
“Al Governo - conclude Cuchel – chiediamo di tornare sui suoi passi, crediamo che una norma che intende sancire il diritto alla salute di tanti cittadini nell’attuale stato di emergenza debba essere considerata da tutti irrinunciabile.”
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