6 luglio 2021

Equo compenso: commercialisti, ampliare in modo significativo la sua applicazione

Luchetta: “Bene approdo in aula, ma si superi la nozione di cliente forte”

“L’arrivo in aula nei prossimi giorni di un testo unificato sull’equo compenso che mette insieme le proposte precedentemente formulate dagli onorevoli Meloni, Mandelli e Morrone è un’accelerazione importante che speriamo sia sintomatica di una reale e condivisa volontà politica di superare gli attuali limiti che caratterizzano la normativa”. È quanto dichiara il vicepresidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Giorgio Luchetta, che ribadisce la richiesta più volte avanzata dalla categoria di “superare la nozione di cliente forte e di ampliare l’applicazione della norma anche attraverso il riferimento a tipologie di accordo diverse dalle convenzioni unilateralmente predisposte. Così com’è oggi, la normativa vigente non è in grado di garantire una reale e concreta tutela dell’equità del compenso professionale”. Secondo Luchetta “serve un compenso minimo obbligatorio”.

“Segnaliamo da tempo – prosegue Luchetta - la necessità di ampliare l’ambito applicativo delle disposizioni di tutela dell’equo compenso, indicando in particolare l’opportunità di estendere tale disciplina oggi vigente solo nella contrattazione massiva tra professionista e contraente forte, ossia banche e assicurazioni, ovvero tra professionista e Pubblica Amministrazione, anche a un qualsiasi accordo con un diverso cliente - committente, eliminando qualsiasi riferimento alla natura o alla dimensione di quest’ultimo. Nell’articolato che sarà a giorni in aula, l’estensione operata dall’art. 2 alle sole imprese che presentano importanti parametri dimensionali non appare significativo al fine di assicurare un’adeguata e concreta tutela dell’equo compenso dei professionisti, considerato che nel contesto italiano molte imprese di piccola e media dimensione risultano essere contraenti forti rispetto al professionista. Sarebbe pertanto auspicabile – conclude Luchetta - prevedere che la disciplina venga estesa quantomeno a tutte le imprese, escludendo dunque dal suo ambito applicativo solo i soggetti individuati come consumatori”.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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