30 aprile 2021

Lauree abilitanti: l’obiettivo non cambia ma è in discussione l’inclusione di commercialisti e ingegneri

Autore: Redazione Fiscal Focus
La laurea abilitante rappresenta una novità importante per la riduzione dei tempi di accesso dei giovani nel mercato del lavoro. Con un percorso di approvazione in Parlamento non più lungo di sette mesi, il 2022 sembra essere l’anno di introduzione. L’obiettivo non cambia, ma è in discussione l’inclusione di commercialisti e ingegneri.

In merito a quanto suesposto, si vuole ricordare che il disegno di legge “Disposizioni in materia di titoli universitari abilitanti”, definito anche DDL “Lauree abilitanti”, è stato presentato lo scorso 27 ottobre 2020 dal precedente Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dall’ex Ministro dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi, durante la carica del Governo Conte II.

Il DDL in questione vuole semplificare le modalità di accesso all’esercizio delle professioni regolamentate, in modo da garantire una più diretta, immediata ed efficace collocazione dei giovani nel mondo del lavoro. In tal proposito, l’esame conclusivo del corso di studi, diviene anche la sede nella quale sostenere l’esame di Stato. Ciò comporterebbe, dunque, che le relative commissioni dovrebbero essere formate anche dai rappresentanti dell’ordine professionale coinvolto.

Il testo della proposta di legge si compone di cinque articoli, esso stabilisce che saranno resi abilitanti:
  • inizialmente i corsi di Laurea Magistrale a ciclo unico in odontoiatria e protesi dentaria, in farmacia e farmacia industriale, in medicina veterinaria e in psicologia (per i quali serviranno 30 crediti formativi conseguiti attraverso il tirocinio);
  • successivamente le lauree professionalizzanti in materie tecniche, che abiliteranno all’esercizio delle professioni di geometra laureato, agrotecnico laureato, perito agrario laureato e perito industriale laureato (in questo caso è prevista l’aggiunta sia di una parte pratica durante l’esame, sia di professionisti del settore nella commissione).

Il disegno di legge iniziale lasciava la possibilità per tutti i percorsi di laurea non inseriti di scegliere se renderli abilitanti in un futuro, ma esso, differisce dal testo approvato dal Consiglio dei ministri. Al suo interno, infatti, è stato inserito un elenco di materie escludendo da questa opportunità avvocati, commercialisti e notai.

L’elenco elaborato prevede che l’abilitazione potrà essere richiesta solo per le professioni di:
  • assistente sociale;
  • attuario;
  • biologo;
  • chimico;
  • dottore agronomo e dottore forestale;
  • geologo;
  • pianificatore paesaggista e conservatore;
  • tecnologo alimentare.

In relazione a ciò, interviene Manuel Tuzi, deputato del M5s e relatore del provvedimento. Egli rende noto che in riferimento agli avvocati è già in corso un provvedimento con il fine di riformare l’esame di abilitazione, mentre in riferimento a commercialisti e ingegneri persiste un dibattito in commissione e perciò non viene esclusa alcuna possibilità.
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