17 ottobre 2018

Norme contro le pratiche di elusione fiscale: audizione del CNDCEC al Senato

Autore: Pietro Mosella
Nella giornata di ieri, il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDCEC), in occasione dell’audizione sul recepimento della direttiva antielusione ATAD alla 6° Commissione permanente (Finanze e Tesoro) del Senato, ha consegnato il testo attraverso il quale ha voluto formulare le proprie osservazioni e proposte sullo schema di decreto legislativo di attuazione della direttiva (UE) 2016/1164 (c.d. Anti Tax Avoidance Directive o “ATAD 1”), recante norme contro le pratiche di elusione fiscale che incidono direttamente sul funzionamento del mercato interno, come modificata dalla direttiva (UE) 2017/952 (c.d. “ATAD 2”) relativamente ai disallineamenti da ibridi con i paesi terzi.

Il Consiglio, condivide gli obiettivi sottesi al recepimento di tale direttiva nel nostro ordinamento, costituiti dal contrasto ai fenomeni di erosione delle basi imponibili derivanti dai rapporti tra contribuenti sia all’interno dell’Unione europea sia con Stati terzi.
Lo stesso, dopo aver riassunto il contenuto delle direttive suddette, ha osservato come debba essere preliminarmente riconosciuto che, nell’ordinamento italiano, sono già presenti misure antielusive che soddisfano gran parte degli standard minimi previsti dalle citate direttive.
A tal proposito, si sottolinea che, limiti alla deducibilità degli interessi passivi dei soggetti passivi dell’imposta sui redditi delle società (IRES), sono previsti nell’articolo 96 del TUIR.
Anche il regime di tassazione in uscita (c.d. exit tax) e il regime di CFC sono, già da tempo, implementati negli articoli 166 e 167 del TUIR, così come la clausola antiabuso generale trova una sua compiuta codificazione normativa nell’articolo 10-bis della Legge 27 luglio 2000, n. 212 (Statuto dei diritti del contribuente).
Lo schema di D. Lgs. in questione, approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri l’8 agosto
2018 e da emanarsi in attuazione della Legge 25 ottobre 2017, n. 163 (legge di delegazione europea 2016-2017), opera, pertanto, un restyling delle richiamate discipline, con l’unica eccezione – sottolinea il documento del Consiglio - della clausola generale antiabuso, essendosi in quest’ultimo caso opportunamente ritenuto che, il citato articolo 10-bis sia già conforme alle disposizioni contenute nell’articolo 6 della ATAD 1 in materia di “General Anti-Abuse Rule” (c.d. “GAAR”).

Il CNDCEC, con tale documento, ha sottoposto alla valutazione della Commissione parlamentare, le proposte emendative, esaminando i vari aspetti degli articoli del decreto, partendo dall’articolo 1 (Modifiche all’articolo 96 del TUIR), per poi proseguire con l’articolo 2 (Modifiche all’articolo 166 del Testo unico delle imposte sui redditi).
Successivamente, ci si è focalizzati sull’articolo 3 (Modifiche all’articolo 166-bis del TUIR), in quanto, il decreto, interviene anche sulla disciplina del trasferimento di residenza in Italia (c.d. “entry tax”), riformulando integralmente l’articolo 166-bis del TUIR, che regola la determinazione del valore fiscalmente riconosciuto dei beni in caso di ingresso nel territorio dello Stato.
Dopo essersi soffermati sull’articolo 4 (Modifiche all’articolo 167 del TUIR), il quale sostituisce l’articolo 167 del TUIR in tema di società controllate non residenti (Controlled Foreign Companies, CFC), al fine di recepire gli articoli 7 e 8 della ATAD 1, le proposte emendative hanno riguardato l’articolo 5 (Modifiche alle diposizioni del Testo unico riguardanti dividendi e plusvalenze relativi a partecipazioni in soggetti non residenti).
Quest’ultimo, modifica la vigente normativa in tema di dividendi e plusvalenze, al fine di coordinarla
con le modifiche apportate dal precedente articolo 4, alla nozione di controllo societario rilevante ai fini dell’imputazione per trasparenza dei redditi da enti controllati esteri (si veda il novellato comma 2 dell’articolo 167 del TUIR). Viene introdotto, altresì, l’articolo 47-bis del TUIR che stabilisce, in sostituzione del vigente articolo 167, comma 4, del TUIR, le condizioni per individuare i Paesi a fiscalità privilegiata.
Inoltre, per quanto concerne le disposizioni in materia di disallineamenti da ibridi (articoli da 6 a 11), è stato osservato che, questi, introducono nel nostro ordinamento le disposizioni in materia di disallineamenti da ibridi, finalizzate a definire le azioni di contrasto ai predetti comportamenti.
A tal proposito, nel documento si legge che, si definiscono “ibridi” le entità giuridiche, gli strumenti finanziari o i trasferimenti di asset che assumono una diversa qualificazione giuridica in diverse giurisdizioni tale da comportare un trattamento fiscale asimmetrico che viene strumentalizzato dai gruppi multinazionali per generare il conseguimento di vantaggi fiscali contrari a quanto espressamente previsto dalle specifiche norme “anti-disallineamento da ibridi”.
Infine, le proposte emendative hanno riguardato l’articolo 12 (Definizione di intermediari finanziari), il quale ridefinisce, ai fini delle imposte sui redditi e dell’IRAP, la nozione di intermediari finanziari, delle holding finanziarie e non finanziarie, introducendo, tra l’altro, il nuovo articolo 162-bis nel TUIR, anche al fine di definire l’ambito soggettivo della disciplina degli interessi passivi dettata dalla ATAD 1.
In tal modo – precisa il CNDCEC - si recepiscono gli effetti del processo di riforma della disciplina dei soggetti operanti nel settore finanziario, avviato dal D. Lgs. 13 agosto 2010, n. 141, e concluso con l’emanazione del D. Lgs. 18 agosto 2015, n. 136, recante l’attuazione della direttiva 2013/34/UE relativa ai bilanci d’esercizio, ai bilanci consolidati e alle relative relazioni delle banche e degli altri istituti finanziari.

Il Consiglio conclude osservando che “sebbene non espressamente previste dalla direttiva, tali disposizioni, sono apprezzabili perché restituiscono certezza agli operatori in merito alla corretta individuazione dell’ambito soggettivo di applicazione anche delle norme (non contemplate dalla direttiva) in materia di trattamento delle perdite fiscali, di accantonamento al fondo svalutazione crediti, di addizionale all’IRES e in materia di IRAP”.
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