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La legge ammette qualsiasi accordo tra le parti finalizzato all’organizzazione dell’orario di lavoro, sempre che siano rispettati i limiti di durata. Nella pratica, tuttavia, i criteri generali della distribuzione dell’orario di lavoro sono stabiliti dai contratti collettivi (i cosiddetti CCNL), che, di solito, pongono limiti al potere del datore di lavoro di fissare o modificare l’orario. Nel rispetto di tali limiti, il datore di lavoro può regolamentare la distribuzione giornaliera e settimanale dell’orario di lavoro, concordando con i lavoratori la distribuzione che meglio risponde alle esigenze della produzione nell’arco della giornata e della settimana (ad esempio lavoro notturno o a turni, durata delle pause, utilizzo dei riposi settimanali, ecc.).
(prezzi IVA esclusa)