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Sono trascorsi quasi 100 giorni da quando il rappresentante del partito democratico, Joe Biden, è stato eletto Presidente degli Stati Uniti. Inizialmente Biden con l’emanazione di decreti esecutivi ha cercato di eliminare la politica del proprio antecedente, Donald Trump e di modificare i rapporti diplomatici internazionali con delle sanzioni alla Russia, ritirando le truppe americane dall’Afghanistan e riconoscendo il genocidio armeno. Nonostante ciò, però, da un sondaggio del Washington Post e del network Abc si evince che solo il 50% degli americani si ritiene soddisfatto della politica di Biden.
Analizzeremo di seguito un bilancio dei primi 100 giorni di presidenza di Joe Biden, focalizzando la nostra attenzione su quattro punti:
Per quanto concerne la questione del cambiamento climatico, Biden ha ordinato il rientro degli Stati Uniti negli Accordi di Parigi, firmati nel 2015 durante la Conferenza di Parigi sul clima, che revocano i permessi per la costruzione del Keystone XL, ossia l’oleodotto che potrebbe trasportare fino a 830.000 di barili di petrolio al giorno al giorno dal Canada al Nebraska. Gli accordi, tra l’altro, hanno erogato dei nuovi finanziamenti per le infrastrutture, soprattutto per le industrie delle auto elettriche, settore nel quale gli Stati Uniti si combattono il monopolio con la Cina.
Nel settore dell’economia Biden ha stanziato 1.900 miliardi di dollari per far fronte alla crisi innescata dalla pandemia, attraverso degli assegni per milioni di cittadini in difficoltà, e in seguito ha erogato 3.000 miliardi di dolori per gli investimenti nelle infrastrutture. Infine, Biden, sta cercando di imporre una tassa minima globale in modo da compromettere l’attrattività di quei paradisi dove le grandi società americane nascondono i propri capitali. Alcuni esperti rendono noto che un tale provvedimento potrebbe influire sul livello occupazionale, il dissenso popolare potrebbe derivare proprio da questa scelta.
I tre punti elencati precedentemente permetteranno agli Stati Uniti di uscire fuori dalla pandemia e di accelerare sulla ripresa economica, anche l’interesse in relazione al cambiamento climatico garantirà un vantaggio competitivo non indifferente. Rimangono, però, alcune questioni importanti da risolvere come la crisi migratoria, infatti ad eccezione della sospensione della costruzione del muro con il Messico, non sembrano esserci delle novità, anche per quanto riguarda la questione di interventi risolutivi in materia di armi.