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Domanda - Una ditta cliente è stata dichiarata fallita. Quali comunicazioni devono essere effettuate in relazione ai rapporti di lavoro in essere? I dipendenti risulteranno licenziati dalla data di dichiarazione di fallimento? Risposta - In caso di insolvenza con dichiarazione di fallimento dell’

Con sentenza n. 183/2022, depositata il 22 luglio scorso, la Corte costituzionale, pur dichiarando inammissibili le censure del Tribunale di Roma sull’indennità prevista dal cosiddetto Jobs Act per i licenziamenti illegittimi nelle piccole imprese, ha rivolto al legislatore un monito ad intervenire

La Corte di Cassazione, con una sentenza pubblicata lo scorso 22 settembre, si è pronunciata sulla questione del controllo a distanza dei lavoratori in presenza di un fondato sospetto circa la commissione di un illecito, chiarendo a quali condizioni esso è consentito. In particolare, il Collegio di

L’Inps – con circolare n. 137 del 17 settembre 2021 – ha comunicato che “da un controllo effettuato sulle banche dati dell’Istituto è emerso che la modalità di calcolo del contributo del c.d. “ticket di licenziamento” non è sempre avvenuta conformemente al disposto dell'articolo 2, comma 31, della l

Il blocco dei licenziamenti, introdotto per la prima volta dal Decreto Legge 17 marzo 2020, n.18 cd. “Cura Italia”, convertito dalla legge 24 aprile 2020, n.27, ha precluso l’avvio di nuove procedure di licenziamento per giustificato motivo oggettivo, individuali e collettive, per 60 giorni dalla da

Non costituisce grave insubordinazione - e quindi non è passibile del provvedimento disciplinare del licenziamento per giusta causa - il comportamento del lavoratore che, pur essendosi rivolto in modo aggressivo al superiore, ha comunque eseguito la direttiva da lui impartita. È quanto emerge dalla

Integra la giusta causa di licenziamento, con riguardo a un permesso ex art. 33 L. 104 del 1992, l'espletamento di attività estranea rispetto alla dovuta assistenza familiare, trattandosi di un comportamento idoneo a ledere irrimediabilmente il vincolo fiduciario tra Datore di lavoro e lavoratore.

Postare su Facebook un commento offensivo per superiori gerarchici e/o per l’azienda integra la giusta causa di licenziamento. A stabilirlo è una recente sentenza della Corte di Cassazione.

Il licenziamento intimato per ragioni disciplinari, consistenti nell’utilizzo della chat aziendale per scambiare con l’interlocutore frasi offensive nei confronti di superiori e colleghi durante l’orario di lavoro, va considerato illegittimo, qualora sia mancata la preventiva informazione ai dipende

La Corte di Cassazione è intervenuta in materia di licenziamento nel pubblico impiego, circoscrivendo l'attivazione di un secondo procedimento disciplinare, per lo stesso fatto, ai soli casi espressamente ammessi dall'art. 55-ter D.lgs. n. 165/2001.